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martedì 23 Maggio, 2023

In Trentino otto lavoratori su 10 si spostano in auto: «Pochi mezzi pubblici»

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Dalla mobilità alla salute, dalla vivibilità alla situazione economica: ecco quali sono i giudizi dei trentini secondo le interviste dell’Ispat

Mobilità, salute, vivibilità, situazione economica. Ieri l’Istituto provinciale di statistica (Ispat) ha pubblicato i risultati delle interviste relative al 2022. E quello che ne esce è uno spaccato variegato sulle abitudini e sulla percezione di chi risiede in Trentino, dai primi anni Duemila ad oggi. Sorprende il dato sugli spostamenti. Perché nonostante il gran parlare sulla sostenibilità ambientale quasi otto lavoratori su 10 dicono di andare al lavoro con l’auto, in aumento rispetto a vent’anni fa, quando erano sette su 10. Non sorprende, però, se accostiamo questo dato al giudizio espresso sulle difficoltà di collegamento della zona di residenza con i mezzi pubblici: il 27,4% riscontra problemi in tal senso, invece nel 2001 la percentuale era del 21%.
Trasporti tra studenti e lavoratori
Partiamo dunque dalle interviste sulla mobilità. Agli «occupati» con un’età superiore ai 15 anni è stato chiesto come si recano sul posto di lavoro. Il 14,2% degli intervistati ha risposto «a piedi». Ad eccezione del 2020, che ha risentito dell’effetto pandemia, negli ultimi vent’anni si è assistito ad una progressiva riduzione delle persone che si muovono a piedi: nel 2001 la quota era del 16,6%. Più o meno stabile invece la quota di persone che dice di muoversi con un mezzo pubblico: l’8,9% nel 2022, contro l’8,7% nel 2001. Mentre cresce il numero di lavoratori che si spostano con l’auto: il 72,8% come conducente e il 4,5% come passeggero nel 2022, mentre vent’anni fa le percentuali erano rispettivamente del 66,6% e del 4,1%. Va al lavoro in bicicletta solo il 3,3% degli intervistati, in linea con il 3% di vent’anni fa. Il picco è stato raggiunto nel periodo del Covid con un 6,7%. Con altri mezzi privati, come il monopattino, si muove il 2% degli intervistati, contro l’1,3% del 2001.
L’utilizzo dei mezzi pubblici cresce solo tra gli studenti, dall’asilo all’università: dal 47,7% nel 2001 al 56,6% nel 2022. A piedi si muove il 28,3%, in linea con gli anni passati. Scende leggermente l’utilizzo dell’auto direttamente come conducente: dal 3,6% nel 2001 al 2,5% nel 2022. Mentre aumentano le persone che si fanno accompagnare per andare a scuola o all’università: dal 14,9% al 21,4%. In bici il 4% (contro il 2,5%) e con un altro mezzo l’1% (contro l’1,8%).
Vivibilità nella propria zona
Passiamo ora ai giudizi espressi sui problemi presenti in maniera più o meno elevata nella zona in cui si abita. Semplificando il quadro che emerge: strade più sporche, meno collegate con i mezzi pubblici, ma più sicure e meno trafficate. Il primo dato che salta all’occhio è proprio quello sulle difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici: nel 2001 erano percepite dal 21% degli intervistati, nel 2015 dal 20,6% e nel 2022 dal 27,4%. Sempre più persone, quindi, avvertono come difficoltoso prendere un mezzo pubblico a fronte di una carenza di collegamenti. Curioso il dato sulla sporcizia nelle strade: nel 2001 era percepita dal 10,6% degli intervistati, nel 2015 dal 9,6% e nel 2022 dal 14,2%. Migliora invece la situazione del traffico: nel 2001 era problematica per il 37,3%, mentre nel 2022 per il 27,5%. Diminuisce anche la percezione del rischio di criminalità nella propria zona: nel 2001 era avvertito dal 18,4% degli intervistati, mentre nel 2022 dal 9,5%.
Stabile la situazione economica
Per quanto riguarda la situazione economica, l’Ispat ha chiesto il livello di soddisfazione ad un campione di persone con un’età superiore ai 14 anni. Il 9,4% degli intervistati la reputa molto soddisfacente, in leggera crescita rispetto all’7,7% nel 2000. «Abbastanza» soddisfacente per il 60,5% (contro il 67,4%), «poco» per il 21,5% (contro il 15,4%) e «per niente» per il 22,7% (contro il 23%). La situazione economica viene quindi percepita sostanzialmente stabile.
Peggiora la salute
In peggioramento infine il giudizio sulle proprie condizioni di salute. Dal 2006 ad oggi c’è stato un calo progressivo di chi dice che è in buono stato di salute: dal 78,8% al 75,1%. In crescita la quota di chi ha una o più malattie croniche: dal 30,7% al 37,8%. E anche quella di chi ha consumato farmaci nei due giorni precedenti l’intervista: dal 36,3% al 40,3% delle persone.