cronaca
mercoledì 24 Maggio, 2023
di Benedetta Centin
Nessun fiore all’ingresso della scuola dell’infanzia «Il piccolo principe» di Trento. Nemmeno biglietti, almeno all’ingresso, tanto meno foto o disegni a salutare e ricordare Riccardo, il piccolo di quattro anni che mamma Veronica Amistadi, nella notte tra sabato e domenica, ha portato con sé, nel suo viaggio di morte, lanciandosi nel vuoto per decine di metri dal ponte di Mostizzolo. Per ora si vogliono preservare i compagni del piccolo dalla terribile notizia. I bimbi, all’interno dell’asilo, sono impegnati nelle attività e si scambiano sorrisi. Ignari di quanto accaduto nel mondo «dei grandi». Ma nei volti delle maestre, per quanto queste cerchino di mascherare, si legge grande tristezza. Hanno salutato Riccardo venerdì scorso senza sapere che non lo avrebbero più rivisto. E ora, anche solo a pronunciare il nome del bambino dagli occhioni vispi e dal sorriso contagioso, le educatrici cercano di trattenere l’emozione, le lacrime. Alzano le mani e si trincerano dietro un comprensibile silenzio. Quello che invocano. La loro preoccupazione è anche per gli altri bimbi con i quali dovranno trovare le parole giuste per raccontare una tragedia che anche gli adulti faticano a comprendere ed accettare. «I compagni di classe? Ci stiamo prendendo il tempo necessario per studiare come dare loro la notizia della morte di Riccardo, con tutte le accortezze del caso» fa sapere la coordinatrice che, provata e scossa, non vuole riferire oltre. Ed è come se le operatrici non volessero condividere il ricordo di quel piccolo che non c’è più per evitare di stingerlo, di sbiadirlo dalla mente. Per riuscire a mantenerlo integro. A decidere della sua esistenza la stessa mamma. «Mio figlio è la cosa più preziosa che ho» aveva scritto la manager di 41 anni nei suoi appunti, quelli che i carabinieri hanno ritrovato a casa, a Trento, nella zona di Cristo Re. Nell’abitazione la donna ha fatto trovare tre foto recenti di lei con il bambino che avrebbe compiuto quattro anni il mese prossimo. Ma anche le password del pc. Nelle mani degli inquirenti ci sono anche due scritti della donna: uno, in parte cancellato, lasciato nell’abitacolo dell’auto con cui ha raggiunto Mostizzolo e un secondo, inviato via email alla redazione di un giornale locale. È come se la donna, che avrebbe premeditato nel dettaglio il gesto estremo, anche con un sopralluogo a Mostizzolo venerdì, abbia volutamente e scrupolosamente lasciato una serie di elementi per fare in modo che investigatori e familiari trovassero risposte, spiegazioni, al suo duplice piano di morte. Perché sapessero del grande e devastante stato di sofferenza che stava vivendo, legato, a suo dire, anche al rapporto con il suo ex, il padre del piccolo, con cui comunque lei stessa ha chiarito non c’erano stati litigi. La manager, che ha raccontato di «300 notti» passate senza dormire, sabato pomeriggio era stata dall’uomo a riprendere il figlio che aveva passato appunto del tempo con il papà. Amistadi, a quanto pare, per qualche ragione avrebbe temuto di essere esclusa dalla vita del suo unico figlio. Per lei, appunto, «la cosa più preziosa» che non poteva permettersi di perdere e che per questo avrebbe deciso di portare con sé. In quella spirale di male di vivere. Cosciente che il suo «sogno di avere altri figli» era naufragato, almeno così ha scritto la donna che ha ammesso di «sentirsi depressa».
Altri elementi utili a chiarire il duplice dramma potrebbero emergere anche dall’analisi del contenuto dei dispositivi (cellulare e pc) acquisiti, assieme agli scritti. Accertamenti, questi, delegati dal pubblico ministero Davide Ognibene che ha aperto un’inchiesta – senza indagati – ipotizzando l’istigazione al suicidio per riuscire a scavare appunto sull’omicidio-suicidio e capire in che contesto sia maturato. Anche se il quadro sembra di ora in ora diventare sempre più nitido. Informazioni sulla vita della donna sono arrivate anche dalla testimonianza dell’ex e dei familiari, che non riescono a darsi pace. A loro la quarantunenne sarebbe riuscita a nascondere quel logorante malessere che ha soffocato ogni energia. Ci sarebbe riuscita anche con la sorella con cui era molto legata e che aveva sentito due ore circa prima di scegliere per la sua vita e per quella del suo bimbo. Che saranno assieme anche il giorno dei funerali, che si terranno sabato alle 11 a Cristo Re: un’unica cerimonia in forma privata. Una successiva celebrazione potrebbe essere organizzata anche a Roncone, paese di origine della donna, dove abita la sua famiglia e dove era stata anche di recente.