La doppia tragedia
domenica 28 Maggio, 2023
di Adele Oriana Orlando
Un fiume di girasoli e rose stretti nelle mani di molti, sparsi un po’ ovunque. Il colore giallo dominava nella chiesa di Cristo Re sabato mattina, un colore che piaceva molto a Veronica Amistadi, la mamma volata dal ponte di Mostizzolo con il suo piccolo Riccardo di quattro anni, il sabato precedente. Giallo, un colore luminoso che irradia calore come il sole, lo stesso che c’era a Trento e che batteva sul cortile della chiesa, dove una folla di gente è arrivata per salutare un’ultima volta mamma e figlio. Davanti all’altare, nella chiesa gremita di gente, una piccola bara bianca e una più grande in legno chiarissimo, entrambe ricoperte e circondate di fiori e anche dei palloncini bianchi, con scritto: «Ciao Riccardo!». Due lunghissime file di banchi riempite da persone che hanno amato Veronica e Riccardo, in testa i familiari.
Il rito funebre si è aperto con la canzone «Credo in te» il cui testo evoca la forza, il sorriso e la luce, la stessa che brilla nei ricordi di mamma e figlio, condivisi anche dalla famiglia e da una collega, oltre che dal papà di Riccardo, Alberto. A celebrare il funerale tre sacerdoti: il parroco di Cristo Re, don Mauro Leonardelli e il suo vicario don Francesco Viganò, affiancati da don Celestino Riz della parrocchia di Roncone, paese natio di Veronica. Mentre don Francesco ha letto un passo dal libro del profeta Isaia, intriso di speranza e di forza davanti alla morte, don Mauro ha tenuto un’omelia sulle emozioni interiori, paragonandole al temporale, quello che colpisce all’improvviso, paralizza, sembra non dare via di scampo. Il religioso, però, ha parlato anche di luce che buca quelle nuvole nere, di un arcobaleno «che ci collega al cielo – ha detto don Mauro – E questo arcobaleno per noi sono Riccardo e Veronica». E ha poi ripreso un passo del vangelo letto: «Nulla andrà perduto. Nulla dell’amore che c’è stato tra Veronica e Riccardo, nulla di quei momenti passati insieme. Nulla di quell’amore ricevuto e donato». Piccoli frammenti di vita nelle parole di chi li ha amati in vita hanno riecheggiato tra le pareti della chiesa, come quelle contenute nel saluto che la famiglia di Veronica ha voluto leggere durante il funerale. Parole che evocano momenti dolcissimi trascorsi insieme, di progetti e sogni, che rimarranno nei cuori di chi resta per sempre.
Il saluto della famiglia di Veronica e Riccardo
«Cara Vero, caro Riky, avremmo tante cose da dirvi – si legge nella lettera della famiglia – In questi giorni abbiamo ricevuto tantissimi attestati di stima e vicinanza e questo ci fa capire ancora di più il vostro valore e il segno che avete lasciato in ciascuno di noi. Non riusciamo a smettere di pensare e ripensare ai momenti trascorsi insieme, ai progetti che avevamo, a quanto si era felici insieme. Lasciate un vuoto enorme perché dove c’eravate voi c’era gioia; dove c’eravate voi c’era festa; dove c’eravate voi, c’era spensieratezza e sempre quella giusta dose di ironia che rendeva la vita più leggera. Vero, chissà se mai capiremo fino in fondo quanto male devi essere stata, quanto angosciante ti sia sembrata la vita per arrivare a questo punto. Quando ti succedeva qualcosa ti chiedevi sempre: “E io cosa posso imparare da questa situazione?”. Ecco, una cosa possiamo impararla, che con i sembrerebbe, i parrebbe, i se fosse non si arriva alla verità, nonostante ti fossimo stati tutti vicini, sempre. L’amore che vi legava era infinito così come l’abbraccio dentro il quale vogliamo immaginarvi per l’eternità. Se potete vegliate su di noi e dateci la forza per andare avanti e ritrovare la serenità. La vostra grande famiglia».
Il ricordo della collega
A prendere la parola anche una collega, Monica, che ha ricordato giorni di sole e sorrisi, l’amore per il lavoro e i progetti, i brand trattati proprio come «figli» e poi, ha ricordato la donna «mamme lo siamo diventate davvero». Dolci, quanto dolorosi ultimi ricordi di un’amicizia piena di affetto, di stima e che ora sa di dover essere più forte per ricordarla con amore, per la bellezza che mamma e figlio hanno portato e lasciato nel mondo.
Papà Alberto e gli insegnamenti di suo figlio
Per ultimo ha preso parola il papà di Riccardo ed ex compagno di Veronica, Alberto, che invitato la gente ad alzarsi in piedi, stringersi le mani e chiudere gli occhi. Dopo un primo momento di raccoglimento, Alberto ha raccontato i punti salienti degli ultimi quattro anni da papà, quello che il figlio gli ha insegnato in questa breve esistenza e che porterà nel cuore per sempre. «Prezioso e importante il tempo passato insieme» ha sottolineato papà Alberto, per poi ricordare tutta la meraviglia che solo un bambino può insegnare a un adulto, in ogni piccolo gesto, in ogni singolo respiro che esala dalla sua venuta al mondo.
Infine, don Mauro ha benedetto per l’ultima volta madre e figlio, chiudendo la cerimonia. Prima che le bare venissero portate fuori dalla chiesa, i nonni di Riccardo, genitori di Veronica, hanno percorso per un’ultima volta quel piccolo spazio che le divideva, abbracciandole e baciandole, per poi accompagnarle fuori, nel loro ultimo viaggio. «In quarant’anni mi ha dato più di quanto ho dato io a lei» ha commentato il papà di Veronica, fuori dalla chiesa, mentre la gente lo abbracciava e gli faceva le condoglianze.