L'indagine del Sole 24 ore
domenica 28 Maggio, 2023
di Redazione
Svelati in anteprima per il pubblico del Festival dell’Economia di Trento i risultati dell’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 ore, che uscirà domani sul giornale. Al centro del rapporto i bambini, i giovani e gli anziani. Trento al top nella categoria “anziani” per la speranza di vita; premiata anche per gli investimenti sull’assistenza domiciliare over 65. I principali trend nazionali emersi dall’indagine sono: canoni di locazioni in crescita, disoccupazione giovanile scesa al 20 per cento, i Neet (giovani che non studiano, nè lavorano) in decrescita al 17 per cento. Il dibattito è stato moderato dalle giornaliste del Sole 24 ore Marta Casadei e Michela Finizio.
La prima edizione dell’indagine statistica del Sole 24 ore risale al 1990 con una radiografia della ricchezza dei servizi pubblici e dello status sociale. “Siamo diventati una bussola per molte amministrazioni locali” – ha detto Finizio. L’indagine ha visto primeggiare Siena per la categoria bambini, Ravenna per i giovani e Trento per gli anziani. Trento inoltre si posiziona nei primi dieci classificati anche in tutte le altre categorie.
Casadei ha aggiunto che si tratta di “fasce d’età strategiche per lo sviluppo della società. Risultati inferiori si sono registrati nelle grandi città, attrattive per tante ragioni ma non performanti su questi target. Tra i vari indicatori, il più strategico eletto per l’anno 2023 è quello che riguarda i giovani, perché sono gli unici a garantire la crescita nazionale. È stato recentemente rivolto un sondaggio a 2.000 giovani fra 18 e 29 anni – ha aggiunto – per sondare aspettative e criticità. Emerge un paese con ‘giovani bloccati’ sia sul piano lavorativo che familiare”.
Primo ad intervenire Alessandro Rosina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha detto: “Per valutare lo stato di benessere del Paese non basta un unico indicatore, il PIL, legato all’andamento economico, ma una rete di indicatori tra cui la demografia, l’educazione, l’occupazione. Se i giovani sono deboli e non riescono a generare valore, si indebolisce anche il territorio. Senza lavoro si frenano le scelte di vita e la creazione dei nuclei familiari. La povertà economica è legata alla povertà produttiva”. Rosina ha posto l’accento anche sul Sud che per molto tempo è stata l’area più prolifica di Europa e ora ha perso questo primato perché non offre più lavoro ai giovani. “La provincia di Trento non ha mai fatto scendere la fecondità troppo in basso perché ha introdotto politiche lungimiranti”, ha aggiunto.
Dal sondaggio sui giovani è emerso anche che oltre il 55 per cento risponde che vorrebbe avere un figlio ma, di questi, la metà dice di non essere nelle condizioni di farlo. Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle Associazioni familiari, ha commentato: “I dati del sondaggio ci raccontano di ‘giovani bloccati’, ‘parcheggiati’ perché non hanno certezze. Ho chiesto ai giovani cosa vorrebbero dalla politica e hanno risposto che vogliono prospettive e protagonismo per anticipare i tempi dell’emancipazione”. Bordignon ha citato infine le leve economico-fiscali necessarie per le famiglie: assegno unico più generoso, riforma fiscale per il nucleo familiare, lavoro femminile, conciliazione vita-lavoro, servizi per le famiglie.
Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia autonoma di Trento, ha detto: “Dal 2019 la nostra Provincia mette al centro le politiche di transizione all’età adulta. In Italia i giovani escono di casa in media a 29,9 anni contro la media europea di 21,5. Tra le ultime azioni promosse sul territorio, la dote finanziaria per favorire l’indipendenza dei giovani, per aiutarli ad uscire di casa con prestiti fino a 30.000 euro all’arrivo del primo o del secondo figlio”. Malfer ha anche informato che il 25 per cento dei dipendenti in Trentino lavora in aziende certificate “Family Audit” con piani di conciliazione famiglia-lavoro che attirano in particolare i giovani lavoratori (18-40 anni), attratti dalle condizioni di lavoro più flessibili. Infine, ha parlato dell’economia della saturazione, che appunto satura le risorse presenti sul territorio e non utilizzate e che in Trentino si è tradotta con l’impiego della card dell’EuregioFamilyPass nel settore dei trasporti, museale, ristorazione e sport.
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