la mostra

mercoledì 31 Maggio, 2023

Dolomiti Pride, a Palazzo Thun i «Baci dal Brasile» di Antonello Veneri

di

Il fotografo trentino torna a Trento con una mostra visitabile da domani fino a domenica 11 giugno

Ci sono baci appassionati, baci teneri, baci consolatori e baci provocatori. Il bacio, ancor più dell’abbraccio, è forse il gesto più universalmente ricondotto alla sfera dei sentimenti. E, forse proprio per questo, porta sempre con sé un valore rivoluzionario, come espressione di una fisicità che esce dagli schemi per farsi rivoluzione e rivendicazione.

In occasione del Dolomiti Pride 2023, il fotografo trentino Antonello Veneri porta a Trento una mostra fatta interamente di baci. Per la precisione, Baci dal Brasile, il paese dove lui vive e lavora da molti anni.

«La mostra – racconta Antonello Veneri – raccoglie 10 anni di baci brasiliani. Sono fotografie fatte alla luce del sole e nell’oscurità, in metropolitana e in spiaggia, durante il carnevale e nei riti religiosi. Tra il rumore e il silenzio. Sono fotografie di “baci pubblici”. Il bacio, una delle nostre espressioni più intime, quando si manifesta e guadagna lo spazio pubblico si trasforma, si amplifica, a volte provoca e raggiunge altre dimensioni e significati. Può essere sacro, profano, politico, sociale e soprattutto umano».

La mostra, ospitata nel cortile di Palazzo Thun a Trento, sarà inaugurata oggi – giovedì 1° giugno – alle ore 17 e rimarrà poi visibile fino a domenica 11. Gli orari sono quelli di apertura del palazzo, dalle 8 del mattino alle 8 di sera circa.

Fondamentale il sostegno del Comune di Trento, che da subito ha accolto l’idea di ospitare la mostra nei suoi spazi: «Quello che colpisce delle immagini in mostra – secondo l’assessora alla Cultura, Turismo e Politiche giovanili Elisabetta Bozzarelli, è la connessione tra le persone, l’incontro tra i corpi, l’intimità che annulla le distanze. E poi c’è la libertà di un amore che si esprime in tutte le sue forme con, sullo sfondo, gli scorci di un Brasile che trasuda vitalità ed energia».

Perché, come ricorda ancora Veneri, «la fotografia ha sempre amato le immagini dei baci. Questa mostra propone un percorso narrativo e una riflessione su questo atto d’amore, una delle più alte espressioni democratiche dell’essere umano».