l'intervista
giovedì 1 Giugno, 2023
di Marcello Oberosler
Determinazione, capacità di prendere decisioni difficili, di creare nuove strade dove sembra impossibile. Voglia di correre. Nella vita, nello sport. Affrontando gli ostacoli a testa alta, con lo sguardo proiettato al prossimo passo, alla prossima curva. Al futuro. Non è facile raccontare Michele Pasquazzo, non è facile per lui raccontarsi. Il 22 agosto 2016 la vita di un ragazzo è cambiata per sempre dopo un maledetto incidente in moto che gli ha paralizzato completamente il braccio sinistro dalla spalla in giù. Da allora, un vero e proprio calvario di dolore, speranze disattese, difficoltà. Che oggi Michele, a 29 anni, ha imparato ad affrontare con una determinazione e una forza d’animo se non unici, almeno rari.
L’amputazione dell’arto dello scorso dicembre lo ha messo di fronte a nuove sfide, intervallate sempre dall’amore della sua vita. La corsa. Lo sport.
«La corsa mi proietta in un altro mondo. Quando corro penso solo a quello, a me stesso, mi stacco da tutti i problemi, dalle difficoltà che affronto giorno dopo giorno. È come se per un po’ mi assentassi dalla vita reale. Ed è una grande, continua sfida con me stesso a fare meglio del giorno precedente, a spingere più forte, a superare i miei limiti. Poi sono arrivate anche le soddisfazioni, le medaglie, i riconoscimenti. Benzina per alimentare la mia ambizione e la mia voglia di puntare sempre in alto».
Sì, perché insieme a quel senso di sfida quotidiana con se stesso per lei sono cominciati ad arrivare anche risultati. Grandi risultati.
«In questi giorni mi sono laureato campione italiano sui 10.000 metri, ma ho anche ottenuto un titolo italiano paralimpico indoor sui 1.500 metri e un titolo italiano di paraduathlon conquistato a Imola. La gara prevedeva la parte di bicicletta sulla pista dell’autodromo, è stata un’emozione incredibile passare sui cordoli del tracciato. La mia passione per le moto, il ricordo dell’incidente. Ho vissuto davvero tante sensazioni indelebili. Ma il titolo che porto più caro nel cuore è quello della mezza maratona di Milano-Monza del 2022: avevo ancora il braccio, venivo da un periodo veramente burrascoso eppure sono riuscito a passare per primo il traguardo. Un arrivo da brividi».
Il braccio, già. Amputato dopo i tentativi di ri-innervazione non andati a buon fine da alcuni specialisti a Vienna, e dopo tante porte chiuse da superare.
«Non è stato per nulla facile trovare un chirurgo disposto ad aiutarmi: fortunatamente l’ho trovato nella figura del dottor Alexander Gardetto di Bressanone. Mi ha operato a Bolzano lo scorso dicembre, con una nuova tecnica innovativa che mi avrebbe tolto anche la sindrome dell’arto fantasma che mi causava dolori lancinanti. Sono contento di essere stato un precursore, visto che poi altre quattro persone sono riuscite a ricorrere alla medesima operazione».
Ora la sfida è trovare i fondi per potersi permettere una protesi.
«Sono andato a provarla proprio la scorsa settimana: gomito, polso, apertura e chiusura della “mano”. Dopo sette anni sono tornato per un attimo ad avere due braccia. Purtroppo però devo fare i conti con una realtà tutt’altro che semplice: la protesi è un prodigio di tecnologia con due piccoli motori, ha un costo lievitato fino ad arrivare intorno ai 50.000 euro. Ecco perché continuo a tenere attiva una campagna di raccolta fondi che mi possa aiutare economicamente ad acquistarla per migliorare la mia vita di tutti i giorni. Tutti i dettagli della campagna sono reperibili sulle mie pagine facebook e instagram: abbiamo già superato i 10.000 euro».
Con obiettivi ambiziosi per il futuro, in attesa della protesi.
«Sogno di prendere parte alle Olimpiadi del 2028. Vorrei riuscire ad entrare in qualche corpo sportivo rendendo lo sport la mia vita, dedicandoci più tempo ed energie di quanto già non faccia. Devo crescere e migliorare tanto, ma vorrei mettermi alla prova nel triathlon anche a livello internazionale: mi sto allenando giorno dopo giorno in piscina perché nel nuoto ho margini di miglioramento, il 3 settembre avrò la mia prima gara di triathlon in assoluto. Voglio andare avanti, mettermi in gioco, vivere tante sfide e tante emozioni. Tutto è possibile».