politica
venerdì 2 Giugno, 2023
di Simone Casciano
I tempi sono maturi, o forse no. È stato per primo Aboulkheir Breigheche, fondatore dell’associazione Comunità Islamica del Trentino-Alto Adige, a sollevare, sulle pagine de «Il T», la necessità di realizzare una moschea a Trento. «I musulmani sono la seconda comunità religiosa in Trentino e tanti di loro sono praticanti, quindi, una struttura risolverebbe i problemi di spazio che abbiamo al momento – aveva detto – La comunità tiene molto ad avere una moschea vera e propria ed è senza dubbio loro diritto ottenerla». Una proposta accolta dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli e anche dal delegato vescovile, don Cristiano Bettega. Anche la maggioranza in consiglio comunale pensa che sia tempo di dare risposta al bisogno di un luogo di culto di una comunità, quella islamica, che conta ormai quasi 35mila persone sul territorio. La pensa così Alessandro Dalri, segretario del Partito Democratico e consigliere in comune a Trento. «Chi frequenta quei mondi sa che oggi tantissime persone sono costrette a riunirsi in spazi inadeguati – spiega il segretario – Sono persone che fanno parte della nostra comunità, che lavorano, pagano le tasse e hanno figli che vanno nelle scuole di Trento. Credo sia ora di realizzare la moschea e che ci sia poco da discutere». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marcello Carli di Trento al Centro/Campobase. «Giustissimo farla, ci mancherebbe altro. Ogni confessione deve avere il proprio spazio, è un fatto di rispetto e di diritto. Il mio è un sì sotto tutti i punti di vista. Non dico che i tempi siano maturi, dico che siamo addirittura in ritardo. A Roma la moschea è stata fatta 30 anni fa». Il passare degli anni però non sembra aver fatto cambiare la linea politica della Lega, per cui quella contro la moschea di Trento è una battaglia antica. «Ribadiamo la nostra contrarietà alla costruzione di una moschea a Trento – scrive il consigliere provinciale del carroccio Devid Moranduzzo in una nota – Riteniamo che la costruzione di un luogo di culto riservato anche a possibili leader religiosi che hanno dimostrato di essere incompatibili con i nostri ideali di libertà non faccia altro che alimentare le paure dei cittadini, innescando un circolo vizioso di sospetti, intolleranze e violenze». Una linea ripetuta anche dalla consigliera e capogruppo della Lega in comune a Trento Bruna Giuliani. «Il mio pensiero è rimasto quello di anni fa, non è cambiato. Quindi per me è no. Meglio non parlare di moschea a Trento, vogliamo salvaguardare la nostra identità e il nostro credo. Prego che non venga fatta».
La maggioranza però ha i numeri per andare avanti, serve una modifica al Prg una materia sempre spinosa. «Il Prg interpreta il disegno di un territorio sulla base dei bisogni della sua comunità – dice Carli – Sono formalità burocratiche, la moschea va fatta. La comunità è significativa, integrata e ormai in buona parte nativa di Trento e ha il diritto di avere un luogo in cui pregare». «Sappiamo che ci sono forze politiche pronte a lucrare sulla paura del diverso – conclude Alessandro Dalri – Non mi stupirebbe se anche questa volta ci provassero. Credo però che Trento e i suoi cittadini siano pronti per questo percorso. È tempo e non ci sono motivi oggettivi per non farlo».