Il caso
martedì 13 Giugno, 2023
di Redazione
Continuano, per ora infruttuose, le ricerche di Mia Kataleya Chicllo Alvarez, la bambina di 5 anni di origine peruviana, che tutti chiamano Kata, scomparsa sabato scorso a Firenze e più il tempo passa più si fa strada l’ipotesi del rapimento.
Per trovarla sono al lavoro squadre specializzate nell’analisi delle telecamere. Al setaccio tutti gli apparecchi di videosorveglianza del quartiere Novolo, dove la piccola abitava nell’ex hotel Astor di Via Maragliano, insieme con la mamma e il fratello.
La procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla scomparsa della piccola. Secondo quanto si apprende, inizialmente il fascicolo sarebbe stato aperto per l’ipotesi di reato di abbandono di minore e successivamente sarebbe stato cambiato in sequestro di persona. Anche se non è stato chiesto alcun riscatto, come ha spiegato il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Firenze. «Non vi sono state richieste estorsive», ha affermato. I magistrati fiorentini hanno sentito la mamma della piccola, Kathrina, 26 anni, come persona informata sui fatti. In serata, la Prefettura di Firenze ha comunicato che le ricerche continueranno con una indagine di polizia giudiziaria. In carcere, il papà della piccola, detenuto a Sollicciano, ha tentato il suicidio ingerendo del detersivo ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Torregalli, dove è rimasto in osservazione fino a questa mattina per poi essere riaccompagnato nel carcere di Sollicciano. «Un’amica della madre ha ricevuto una telefonata di una persona che diceva che la bambina era con lui – ha detto il generale Vitagliano – Riteniamo che fosse un mitomane, non ha fornito elementi pratici e non ha detto perché avrebbe fatto il sequestro. Riteniamo che sia una telefonata fallace ma ci stiamo lavorando lo stesso per individuare l’autore». Intanto, la foto di Kata è da oggi distribuita a tutte le ambulanze e tutti i mezzi delle Misericordie: autisti e operatori terranno l’immagine sul cruscotto per poterla eventualmente riconoscere, durante i loro servizi per la città, e segnalarla.