Le feste, il tribunale di penitenza

domenica 18 Giugno, 2023

Vigiliane: tutti a caccia del condannato. Tra i politici è partito il toto tonca

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La magica notte ha animato la città con suoni, colori e persone che hanno vissuto le strade del centro. Preparate le zattere per la gara sull’Adige che si terrà oggi, domenica

Il nome della rosa, della rosa di nomi proposti per la “tónca” l’altra sera, sarà svelato solo nel tardo pomeriggio di oggi, domenica 18 giugno. Con il bagno (virtuale) nell’Adige di uno dei sette petali della rosa “binàdi” (raccolti) dal giudice monocratico Andrea Castelli da Pedecastèl. Uno per sette, tutti a loro modo (in)degni agli occhi dell’accusa: la eccellente “taliàna” Maura Pettoruso; e tutti, malamente, difesi dal principe del foro trentino, il “bedolèro” Stefano Detassis.
Eccoli, nel “riassunto della puntata precedente”: Fugatti Maurizio, l’innominato, convitato di pietra per tutta la requisitoria, che si è nascosto dietro l’ombra dell’orso e di Vasco Rossi da Zocca con la “sua” Music Arena diventata un prato verde, paradigma e monito di un bilancio in rosso. Chiedere conto a tale Marzio Maccani.
Ianeselli Franco, presente e commosso in prima fila, pronto a mostrare all’accusa la fototessera della carta di identità visto che il Tribunale non è riuscito a reperire alcuna foto-segnaletica. Responsabile (anche) dei “tutori dell’ordine” impegnati a ben altri/alti incarichi che il non dover dar multe a chi abbandona il monopattino all’inciampo.
Segnana Stefania, povera, sempre lei al centro della scena, con la “sua” sanità che va a … rilento. Anzi, in retromarcia, fra tagli e frattaglie.
Failoni Roberto, albergatore prestato al turismo, pronto a sparare contributi “a neve” visto che alla pioggia (di contributi) ci pensano anche altri.
Paccher Roberto, vicepresidente della Regione, chiamato a render conto di voci dal sen fuggite e di bugie.
Bisesti Mirko, assessore alla cultura, alle riforme per le maestre d’asilo che tanto lui alla scuola materna non ci torna più.
Infine Gerosa Francesca, presidente dell’Itea, candidata dai “fratelli” a fare la sorella al posto di Fugatti col quale, ad oggi, Lega poco. Uno o una dei/delle “magnifici/magnifiche sette” sarà nella gabbia di ferro calata nell’Adige una volta pronunciata la sentenza che il giudice monocratico Castelli avrà maturato in queste ore.
Se il cronista si è “segnato” un nome, i Vip in prima fila, non azzardano pronostici. A cominciare dal sindaco Ianeselli: «Bella serata, ci sta tutto. A me è piaciuto molto. La neve in via Belenzani d’ora in poi arriverà dal cielo; sui monopattini: messaggio ricevuto». Interviene Paolo Piccoli, il presidente del consiglio comunale: «La prossima volta la neve non sarà marcia», riferito all’accusa al sindaco di aver consentito di portare la neve per la marcia-longa nella contrada larga (via Belenzani) per il prologo della 70 edizione della gran fondo di Fiemme e Fassa. Il vicesindaco Stanchina dice che Castelli è stato «puntualissimo sui temi, sul commercio credo che sia rimasto nel vago». Sergio Divina, già senatore della Repubblica, presidente del Centro Santa Chiara. Castelli chi «toncherà»? «Non lo ha detto, in verità». E questo lo abbiamo capito pure noi. Pronostico? «Ha parlato molto di Vasco senza dire il nome vero» (e cioè Fugatti).
Sindaco Ianeselli, secondo lei chi finirà “toncàto”? «Mah, io sono in conflitto di interesse, pertanto non posso pronunciarmi. Il fatto poi che abbia coinvolto Maura e Detassis ha dato una grande dimostrazione di generosità». Roberto Stanchina: «Sarà qualcuno della Provincia, di sicuro. La Segnana, credo. Ha usato un’ironia giusta, ha fatto un’ironia riflessiva». La serata nel Tribunale di penitenza, sotto le stelle, è stata intervallata da numerosi “spot pubblicitari”, quasi a richiamare con ossessione la televisione commerciale ed il suo fondatore. L’innominato. Con l’omaggio finale al poeta e cantautore Franco Battiato ed al suo “centro di gravità permanente”, con i “capitani coraggiosi”, i “furbi contrabbandieri macedoni”, “i gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming”. Nella notte di Trento resta sospeso il “nome della rosa”: “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”. E l’Eco si perde tra le stelle, sopra il Bondone.