Fauna
lunedì 19 Giugno, 2023
di Redazione
«Terzo orso trovato morto in due mesi in Trentino, mentre l’ultimo Rapporto Grandi Carnivori pubblicato, quello del 2021, registra la morte di cinque orsi in un anno. Non è un buon biglietto da visita per il Trentino e chi lo governa» commenta l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che, con una nota di lunedì 19 giugno, ha comunicato che invierà una richiesta di accesso agli atti alla Provincia autonoma di Trento e all’Istituto zooprofilattico delle Venezie cui è stato consegnato il corpo per gli esami di rito. Anche Oipa, come altre associazioni animaliste in questi giorni, ha annunciato una possibile denuncia per uccisione di animale, «sulla base delle evidenze che emergeranno» affermano.
L’ultima carcassa di orso trovata è stata infatti segnalata venerdì sera, da un escursionista nei boschi di Cavedago. Il 21 aprile a Cavizzana, in Val di Sole, sono state recuperate le spoglie di un cucciolo, mentre il 30 aprile alcuni escursionisti hanno il corpo senza vita di un altro orso in una zona montana remota e poco frequentata sulle Dolomiti di Brenta. In quel caso le marche auricolari hanno permesso d’identificarlo: era come M62, fratello di M57, catturato ad Andalo nel 2020, e di F43, morta lo scorso settembre.
«Appare ben strano che tre orsi in meno di due mesi siano stati trovati morti nei boschi trentini», commenta il responsabile per la Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza. «Una circostanza che una volta di più non depone a favore della gestione della fauna selvatica, e in particolare dei plantigradi, da parte della Provincia di Trento. Il Trentino sta diventando una terra nemica della fauna e sta allontanando anche turisti ed escursionisti, ma certa politica è così miope da non correre ai ripari».
L’Oipa, ancora in attesa di esaminare gli atti che riguardano il ritrovamento dei primi due orsi, vuole conoscere, con un ulteriore accesso agli atti, le cause anche della morte dell’esemplare trovato a Cavedago a metà giugno. Sulla base di questo primo riscontro, l’associazione si riserva inoltre di presentare una denuncia querela contro ignoti per uccisione di animale ai sensi dell’art. 544 bis del Codice penale perché, sostiene: «potrebbe essersi trattato, anche in quest’ultimo caso, di un episodio di bracconaggio».