politica
lunedì 19 Giugno, 2023
di Tommaso di Giannantonio
«Nessuna incoerenza e nessun cambio di idea». Parla con pacatezza, ma il sindaco roveretano Francesco Valduga — prossimo candidato presidente del centrosinistra alle elezioni provinciali di ottobre — non ci sta a passare per chi rinnega le proprie posizioni a seconda della convenienza politica. Il pomo della discordia è l’inceneritore (o anche termovalorizzatore). «Se ora qualcuno ha cambiato idea, ne prendiamo atto», è stata la stoccata che l’assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina (il T di ieri) ha indirizzato a Valduga, che sempre sulle colonne di questo giornale aveva messo in luce i ritardi della Provincia e aveva invitato a valutare l’ipotesi di un impianto unico in regione, quello di Bolzano.
Sindaco, l’assessore Tonina è stato chiaro: «Non si dica che si possono portare i rifiuti a Bolzano, perché non è vero». Perché lei invece continua a sostenere questo scenario?
«Io non sto dicendo che è possibile, ma che l’ipotesi andrebbe verifica in profondità con interlocuzioni politiche forti. Finora non c’è stato nessun approfondimento, o perlomeno non è documentato. La giunta provinciale si è limitata a dire che Kompatscher ha chiuso ogni ipotesi. Ma l’ipotesi di un impianto su scala regionale ha senso e merita di essere approfondita. Non secondo la logica del nimby, non a casa mia, ma secondo una logica di reciprocità. Le direttive europee potrebbero indurre ad un aumento della raccolta differenziata. Se cambiano i parametri il Sudtirolo potrebbe avere una convenienza nel ritirare i nostri rifiuti. Queste valutazioni, se c’è la volontà politica, si possono fare anche rapidamente».
Però Tonina dice — anzi «lo sottolineo con forza» — che è stata già trovata una condivisione con il Consiglio delle autonomie locali (Cal) sulla chiusura del ciclo dei rifiuti con un impianto di conversione energetica. Come a dire: i Comuni hanno già detto di sì. E anche lei aveva votato favorevolmente.
«Innanzitutto voglio evidenziare una contraddizione nel discorso dell’assessore: se noi gli avessimo detto di sì come mai lui dà la colpa al Cal? Perché sarebbe colpa del Cal se la giunta non riesce a prendere una decisione prima della fine della legislatura? La verità è che le cose sono andate diversamente. A fine dicembre 2021 lui è venuto a proporci l’aggiornamento del Piano rifiuti, già fatto. Come Cal gli abbiamo detto che non poteva avere il nostro parere senza un percorso di condivisione, soprattutto dopo tre anni che era stato al governo della Provincia. Lui si è reso conto di questo e allora abbiamo avviato un percorso. È positivo che ci sia stato questo percorso perché, grazie a tecnici molto in gamba, abbiamo approfondito una serie di aspetti. Dopodiché, rispetto all’addendum all’aggiornamento del Piano rifiuti, abbiamo sì fatto un’apertura di credito, ma era condizionata ad alcuni aspetti da approfondire. Aspetti che la Provincia non ha approfondito. Il metodo della giunta è quello di fare continue fughe in avanti e poi ritrattare».
La giunta provinciale ha appena approvato un disegno di legge che mira alla costituzione di una società in-house, totalmente pubblica, per la gestione dei rifiuti in Trentino e del futuro inceneritore. Non era questa la posizione dei Comuni?
«Noi siamo d’accordo con la costituzione di una società in-house, ma prima dobbiamo capire come si sostiene una società in-house: chi sostiene finanziariamente il piano industriale? Chi paga l’investimento iniziale? Questi aspetti non sono stati approfonditi. Per avere un assenso completo la Provincia dovrebbe produrre dei dati».
Quali sono gli altri aspetti da approfondire?
«Rimane da capire la sostenibilità economica, la localizzazione e il modello di gestione del futuro impianto. Su tutto questo la Provincia non ha fornito dati. Quello che rivendichiamo con forza è un metodo serio, senza fughe in avanti».
il caso
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