il lutto
martedì 20 Giugno, 2023
di Benedetta Centin
Fino a poco meno di un mese fa era nel suo studio legale di via Oss Mazzurana e girava per i corridoi del tribunale. Quella che per una vita è stata la sua seconda casa. Ieri il fulmine a ciel sereno: l’avvocato Luigi De Finis è morto, in casa, attorniato fino all’ultimo dall’affetto dei suoi familiari, dopo una brevissima malattia. Il noto legale avrebbe dovuto compiere 82 anni. Una notizia, quella del decesso, che ha sconvolto i tanti colleghi, che ora lo ricordano. Con grande stima e affetto. Descrivendo l’uomo brillante, geniale, profondo ed elegante che è stato, con la sua capacità di mediazione unica, la sua determinazione e prontezza decisionale. Un civilista e penalista molto preparato, che ha spesso assistito clienti di rilievo, ma prima di tutto un uomo, che ha lasciato il segno. Tantissimi, in queste ore, i messaggi di cordoglio e condoglianze alla moglie Luisa e alla figlia Marialorenza, entrambe avvocate. I funerali verranno celebrati domani alle 15 nella chiesa di San Martino a Trento.
I ricordi
Addolorato per la scomparsa dell’ «amico fraterno» l’avvocato Luca Pontalti, che conosceva De Finis fin da bambino (il padre, pugliese, ufficiale dei carabinieri, era arrivato a Trento come comandante di Legione e la famiglia De Finis si era poi insediata qui). Proprio Pontalti ha aperto lo studio nello stesso anno del suo, il 1978, e nello stesso palazzo (in due piani diversi, lì dove ancora sono). «Già al liceo classico Prati Luigi era sempre stato il primo della classe, con voti massimi: un giovane brillantissimo» lo ricorda Pontalti. «Si è laureato all’università di Padova in appena tre anni e mezzo e con 110 e lode. E come assistente di ruolo di diritto internazionale faceva esami a colleghi di poco più giovani di lui. Quindi a 27 anni è stato uno dei pochissimi a sostenere l’esame da avvocato a Roma subito, e non dopo cinque anni da procuratore legale: lo superò e divenne uno dei più giovani avvocati d’Italia». Passò alcuni anni nello studio legale Stefenelli prima di aprirsi uno studio suo. «Era uno dei pochi avvocati che faceva molto bene sia il penale che il civile, preparatissimo, un grande studioso, sempre sui libri — lo ricorda l’amico e collega che lo vedeva tutti i giorni, lavorando nello stesso palazzo — Luigi è stato un grande signore e mediatore, cercava sempre di attenuare i toni, di trovare un accordo tra le parti; un uomo elegante, un signore di altri tempi». Era molto legato alla sua famiglia, alla moglie, alla figlia e ai suoi quattro nipotini. Unica passione, la sua, quella per i francobolli.
A ricordare De Finis anche l’avvocato Adolfo de Bertolini. «Quello che aveva di straordinario Luigi era la velocità di pensiero, di reazione all’imprevisto, nel momento del dibattimento. Una capacità, la sua, del fare intuitivamente qualcosa nel momento in cui si doveva fare. E lo faceva con grandissima determinazione e con il fare da galantuomo che lo contraddistingueva». Il ritratto che ne fa de Bertolini è quello di un professionista «dalla grande determinazione e cortesia, estremamente preparato», e «uno dei pochissimi nel nostro foro a fare l’esame da avvocato a Roma, e non quindi dopo aver fatto la pratica legale».