Il ricordo

mercoledì 21 Giugno, 2023

La maturità del sindaco Ianeselli: «Nel tema citai Togliatti. La notte non riuscivo a dormire»

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L'esame del primo cittadino: «Sbagliai la prova di matematica. Che agitazione per l'orale»

Qualche anno addietro, anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli si è seduto tra i banchi rigorosamente disposti a un metro di distanza l’uno dall’altro del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci.

Sindaco andava bene a scuola? Era un «secchione!?
«Secchione non direi ma andavo bene. Negli anni del liceo ero molto attivo in politica. Ho cominciato perché ero molto timido e non amavo parlare in pubblico. Poi, un giorno, durante un’assemblea ho preso coraggio e sono intervenuto. Soprattutto il quinto anno, i miei pomeriggi e sere erano scanditi da attività politiche, così le mattine facevo delle levatacce alle quattro di mattina per studiare e prepararmi al meglio. Diciamo che ero uno di quegli studenti da cui ci si aspettava comunque il massimo».

Quale fu il suo tema di italiano?
«Scelsi un tema di attualità che verteva sull’antipolitica, ovvero, come la politica non riuscisse ad interpretare bene la storia. Io confutai questa teoria e rivendicai il lavoro svolto da Togliatti e la svolta di Salerno. Sì, ero molto politico».

Come andò invece la prova orale?
«Ricordo che ero agitatissimo. Non mi preoccupava la parte di tedesco perché veramente sapevo il libro a memoria, avrei potuto recitarlo al contrario. Mi chiesero di parlare del saggista Thomas Mann e andai alla grande. Storia era il mio forte ma successe qualcosa di imprevedibile».

Che cosa?
«Diego Gabos fu il mio professore di storia al liceo, per me era un mito, ma è stato davvero importante per tutta la generazione del Da Vinci di allora. Ora purtroppo non c’è più. Ci aveva preparati benissimo ad affrontare l’esame di maturità, anche attraverso la visione di film. Gabos ci aveva sempre insegnato che la storia non è fatta di date bensì di una serie di eventi che si susseguono. Usò un termine francese, disse ‘la storia è evenemenziale’. Peccato però che il professore della commissione d’esame era esterno e chiedeva solo date ed eventi in ordine cronologico. Ricordo anche che mi chiese quale stato ora rappresenta quella che un tempo fu la Bessarabia; se non sbaglio è la Moldavia. Me la cavai comunque ma fu un aneddoto che ricordo tutt’ora».

Alla fine, come è andata?
«Per me andò male. Presi 58/60 esimi. La seconda prova, quella di matematica, fu la parte peggiore dell’esame, non presi il massimo dei voti. Alla Facoltà di Sociologia mi sono preso la mia rivincita, però, conseguendo l’esame di matematica con 30/30».

Sindaco, cosa vuole dire ai nostri giovani che oggi inizieranno la loro maturità?
«Consiglio loro di agitarsi meno, almeno meno di quanto non abbia fatto io»