La sentenza

venerdì 23 Giugno, 2023

Vaccini e gare pilotate: tre condanne per il caso Unifarm

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Agli imputati, incastrati da una «cimice» piazzata in ufficio, condanna a un anno per turbativa d'asta
Apss generica

Una gara d’appalto per l’accusa realizzata ad hoc, confezionata «su misura» proprio per Unifarm, la società di farmacisti del Trentino Alto Adige. Per estromettere possibili altri partecipanti, per fare in modo che la Spa di Ravina si aggiudicasse (così come è avvenuto) la gara nell’autunno 2017. Per permetterle di ottenere appunto, tramite la procedura dell’affidamento diretto, il servizio di stoccaggio e trasporto vaccini (177 mila euro più Iva per due anni). Che ci sia stata una turbativa d’asta in concorso nell’ambito della sanità trentina ne è convinto anche il tribunale collegiale di Trento che ieri ha condannato, alla pena di un anno di reclusione ciascuno — pena sospesa — i tre imputati, che potranno fare ricorso in Appello. E cioè l’ingegner Giuseppe Comoretto, già direttore dell’area tecnica dell’Azienda sanitaria, a processo quale direttore del Servizio Nuovo Polo Ospedaliero del Trentino; Domenico Lombardi, già funzionario del Servizio programmazione acquisti e logistica (nel frattempo trasferiti in altro ufficio), e Fernanda Visentin, che doveva rispondere della contestazione in qualità di direttore tecnico di Unifarm.
Una sentenza, questa, che chiude di fatto l’unico filone rimasto aperto a Trento della vasta inchiesta dei pubblici ministeri Carmine Russo (ora giudice di Cassazione) e Alessandra Liverani sulla sanità trentina. Procura che, nella scorsa udienza, aveva sollecitato la condanna per tutti e tre, assistiti dagli avvocati Roberto Bertuol, Monica Baggia e Marcello Russolo: in particolare a un anno e mezzo di reclusione per Comoretto, a un anno invece nei confronti degli altri due.
Ad incastrare gli imputati un’intercettazione ambientale, dichiarazioni registrate grazie a una «cimice» che era stata piazzata dagli investigatori nell’ufficio di Comoretto, nell’ambito di un’indagine più ampia su appalti di grandi opere della Provincia (e proprio per questo non utilizzabile secondo le difese). I carabinieri del Noe e della squadra mobile di Trento che hanno condotto le indagini sono così incappati in quella che viene descritta come una trattativa tra Comoretto e la Visentin, e in incontri tra i tre per raggiungere l’accordo, per fare in modo che Unifarm fosse l’unica in grado di soddisfare i requisiti richiesti e riportati, a firma dell’ingegner Comoretto, nell’avviso per la manifestazione di interesse, pubblicato il 18 luglio 2017 sul sito dell’Azienda sanitaria pubblica. Con requisiti che solo Unifarm avrebbe potuto avere, come quello di possedere un magazzino di 60 metri cubi (quando dovevano essere 40), in zona vicino a Trento, entro un raggio di 50 chilometri dal centro, e di un monitoraggio h 24 delle celle frigorifere. Tutto perché la Spa la spuntasse. La gara era poi stata mantenuta sotto i 190 mila euro, per evitare di dovere procedere con una gara europea.