politica
sabato 24 Giugno, 2023
di Donatello Baldo
Dell’ipotesi che esponenti di Futura possano entrare in lista con il Pd se n’è parlato all’interno di una riunione della Direzione dem pochi giorni fa. Nel concreto, la questione di pone soprattutto per il consigliere provinciale Paolo Zanella, entrato in Consiglio provinciale dopo le dimissioni di Paolo Ghezzi. Mettere assieme una lista non è facile per i più piccoli, da qui la suggestione di una ricomposizione a sinistra, per unire le forze.
Progetto comune
I dem, da quel che si apprende, sarebbero più propensi a spingere perché ciascuno si faccia la sua lista: «Sarebbe meglio, come ha chiesto lo stesso candidato presidente Valduga», si milita a dire il segretario pd Alessandro Dal Ri. Ma, in subordine, non è esclusa la questione, ponendo però alcune condizioni. Che si possono sintetizzare così: «Il Pd non diventa un carro su cui salire per farsi eleggere in Consiglio provinciale. Se c’è la volontà di unirsi alla lista, ci si unisca anche al progetto politico».
Si parla dunque di una «condivisione» e di una «ricomposizione», ovviamente dentro un unico quadro politico, che non sia dunque soltanto un escamotage elettorale. Se eletti, quelli di Futura saranno del Pd, indipendentemente se avranno o meno la tessera in tasca. Non solo. Se andasse in porto questa «fusione», Futura dovrebbe sciogliersi, o quantomeno non esistere più nelle altre assemblee elettive come ad esempio il Consiglio comunale di Trento e di Rovereto. Se Futura entra nel Pd a livello provinciale, sia così anche a livello locale.
Lista in costruzione
Il Pd si sta portando avanti anche sulla composizione della lista. Al netto di chi di Futura entrerà, se entrerà, si cerca di riempire le caselle con quelle su cui si può già contare. Gli iscritti, insomma. La Commissione elettorale è già al lavoro, in collegamento soprattutto con i circoli nelle valli, per riuscire a coprire tutto il territorio provinciale. Anche perché fino ad ora i nomi «forti» sono tutti sul capoluogo, a cominciare dai big. Degli uscenti sarà in lista solo Alessio Manica e l’ex segretaria Lucia Maestri, perché tutti gli altri sono già arrivati al limite del terzo mandato: Alessandro Olivi e Luca Zeni, mentre Giorgio Tonini che ha già annunciato la sua indisponibilità a un secondo giro. Data poi per scontata la candidatura dell’assessora comunale di Trento Mariachiara Franzoia, quella dell’ex segretario della UIltucs Walter Largher e della presidente del partito — roveretana — Arianna Miorandi. Al vaglio anche i nomi dell’ex segretario della Cgil Paolo Burli e dell’ex direttore di Cinformi Pierluigi La Spada. La Commissione avrebbe anche proposto la candidatura al sindaco di Mori Stefano Barozzi e a quello di Arco Alessandro Betta, che non avrebbero ancora sciolto la riserva.
Il segretario in lizza, i dubbi
Nel Pd si discute anche della candidatura del segretario del partito Alessandro Dal Ri. Una candidatura «naturale», su cui però qualcuno avanza dei dubbi. «Sono i pinteriani che li sollevano», spiega qualcuno dei dirigenti. E non è un segreto che l’ex vicepresidente della Provincia Roberto Pinter sostenga la tesi che il gruppo consiliare dev’essere autonomo dal partito. Perché così è sempre stato, in passato. Ma l’altra tesi, che vorrebbe il segretario in Consiglio provinciale, ricorda le difficoltà di Lucia Maestri a relazionarsi con gli eletti a Palazzo Trentini quando guidava il Pd ma non era sugli stessi banchi. La candidatura di Dal Ri porrebbe però un altro problema, quello dell’ordine di lista. La Direzione ha già deciso per l’ ordine alfabetico, quando un segretario candidato non capolista potrebbe apparire un po’ troppo debole.
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