Val Rendena

sabato 24 Giugno, 2023

Pinzolo, il sindaco Cereghini: «Troppo turismo? Se necessario chiudo la strada per Campiglio»

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Il primo cittadino e i flussi eccessivi: «In inverno sono stati rimborsati anche 150 skipass in un giorno per l’assenza di parcheggi»

Un turismo che deve rinnovarsi e ridisegnarsi in termini qualitativi e quantitativi, facendo sistema con l’intera valle, puntando da una parte sulla destagionalizzazione, dall’altra su una mobilità alternativa che sfrutti al meglio il potenziale del collegamento via fune tra Pinzolo e Campiglio. Fondamentali saranno non solo la variante di Pinzolo (il primo lotto è già stato appaltato) ma l’ipotetico impianto tra il centro della Rendena e Pra’ Rodont. E di fronte ai fenomeni di «overtourism», sempre più frequenti anche ai piedi delle Dolomiti di Brenta nel periodo invernale, si valuterà – in caso di tutto esaurito – la chiusura dell’accesso a Madonna di Campiglio per chi non ha una prenotazione.
Sono questi alcuni dei passaggi più significativi di una chiacchierata a 360 gradi con Michele Cereghini, al secondo mandato da sindaco di Pinzolo e vice presidente del Cal.
Cereghini, come sta Pinzolo?
«Pinzolo e le altre frazioni frazioni, Mavignola e Campiglio, sono in salute. Dopo gli anni del Covid, c’è stata una ripartenza molto forte, soprattutto a Campiglio. Il nostro obiettivo, ora, deve essere l’allungamento della stagioni».
Sarà anche la prima estate senza ritiri delle squadre di calcio. O meglio, ritiri finanziati dal territorio, visto che comunque avrete ospiti il Torino di Cairo (che in Trentino, con Rcs, ha messo radici con il Festival dello sport) e il Palermo, ora società satellite del Mancester City.
«Abbiamo cominciato nel 2005: a Pinzolo sono passate Juventus, Inter e Roma, ma anche Bologna e Sampdoria. Una strada che abbiamo abbandonato per una valorizzazione integrale del territorio, puntando di più sulla musica e sulla gastronomia. Non ci sarà più, dunque, un prodotto focalizzato solo sui tifosi. Torino e Palermo vengono in Trentino per scelta loro: certo, daremo i campi gratis, ma le spese di ritiro saranno a carico delle società calcistiche. A noi fa molto piacere, perché evidentemente riconoscono la qualità dei nostri servizi. Va bene così, anche perché il calcio di oggi è molto diverso».
Cosa intende?
«È tutto più frenetico, le società prendono decisioni all’ultimo momento. Situazioni che mal si conciliano con la programmazione turistica».
Parlando di numeri. Sempre più frequentemente si verificano fenomeni di «overtourism», una presenza di ospiti superiore alla capacità di un territorio di assorbirla. Succede, soprattutto in inverno, a Madonna di Campiglio.
«Pur limitato ad alcuni, brevi e precisi periodi, il tema esiste, ne sono consapevoli non solo gli amministratori ma anche gli impiantisti, perché un eccesso di presenze significa pagare in termini di qualità dei servizi. Se vado a Campiglio e poi non trovo un posto dove mangiare, dove parcheggiare o i servizi igienici, trasformo una giornata che doveva essere di relax in un’esperienza stressante. Quest’anno più di una volta è accaduto che in un giorno siano stati rimborsati 150-200 skipass perché gli ospiti erano impossibilitati a trovare un posto auto. Senza dimenticare le ricadute negative sulla rete viabilistica o sulla sanità, visto che aumentano anche gli infortuni sulle piste».
Soluzioni?
«Innanzitutto va detto che non può essere penalizzato chi vende il posto letto. La vera sfida è la regolamentazione dei pendolari del turismo, quelli che arrivano e partono in giornata. Va agevolato chi sceglie di venire a sciare al di fuori dei picchi di stagione e va valutato anche l’aumento dei prezzi a fronte di un miglioramento della qualità. È poi necessario fare sistema con il resto della valle, ci sono margini di crescita per altre località: la Busa di Tione, Carisolo, Massimeno, Caderzone, la stessa Pinzolo. Si deve partire da qui per poi valorizzare al meglio il collegamento funiviario tra Pinzolo e Campiglio».
La nuova variante aiuterà?
«La nuova variante aiuterà, certo. Ma noi speriamo, per chiudere il cerchio, anche nelnuovo collegamento tra Pinzolo e Pra’ Rodont, con la possibilità di arrivare direttamente al Doss del Sabion: un progetto per il quale servono 30 milioni di euro. Con la realizzazione del nuovo parcheggio da 500 posti di fronte alla partenza degli impianti, davvero la Pinzolo-Campiglio potrebbe trasformarsi in una autentica alternativa alle auto».
Questo il futuro. Ma il presente bussa alla porta.
«Non stiamo fermi. Ora stiamo realizzando un sistema di videocontrollo (non so se riusciremo a completarlo per la prossima stagione invernale) di tutti i parcheggi di Campiglio, che saranno accompagnati da totem a Pinzolo per informare i turisti in arrivo della disponibilità o meno di stalli e quindi scegliere dove fermarsi. Un investimento da circa 200mila euro. Stiamo anche valutando la possibilità di vendere lo skipass in abbinamento con il parcheggio, ma è una cosa da valutare con cura».
Se neppure questo dovesse bastare?
«Non escludiamo la chiusura della strada di accesso a Campiglio per ragioni di sicurezza».
Facendo un passo indietro: cosa significa la circonvallazione di Pinzolo, oggi assediata dal traffico di transito?
«Significa ridisegnarla dal punto di vista urbanistico. Significa ripensare la viabilità interna, significa pedonalizzazione, riqualificazione urbana. Pinzolo potrebbe davvero diventare una delle località più attrattive dell’arco alpino».
Turismo si traduce anche in un problema alloggi per i residenti: l’Alto Garda insegna.
«Il problema, al momento, c’è soprattutto per chi viene da fuori. La risposta, anche in questo caso, deve arrivare dal sistema-valle, garantendo però, contemporaneamente, trasporti e servizi per tutti».
Non c’è il rischio di avere «due turismi», quello d’elite di Campiglio e il resto della valle?
«Campiglio naturalmente rappresenta un “picco”, ma c’è bisogno di alternative slow: la val di Daone, il Bleggio, i mercatini di Rango, la farina di Storo… Dobbiamo superare la logica dei campanilismi e fare sistema fra le varie identità territoriali».
L’ospedale di Tione è spesso stato al centro di polemiche. Come vede il futuro del nosocomio?
«Ci sono due ambiti dove non possiamo che avere eccellenze: ortopedia e pronto soccorso».
Variante di Pinzolo, variante di Comano, rettifica di Ponte Pià. Dal punto di vista infrastrutturale ci sono altre debolezze su cui intervenire?
«Va migliorata la viabilità alternativa. Dobbiamo chiudere la rete delle piste ciclabili, ma da questo punto di vista la Comunità di valle sta facendo un ottimo lavoro. Poi ci sono altri punti di forza: la piscina di Spiazzo Rendena, il polo di Tione per il Terziario, le eccellenze in termini di formazione professionale non mancano».
Parlando di Comunità di valle. Per lei sono…?
«Enti amministrativi fondamentali per il territorio. Parlare di soppressione senza un ragionamento generale sugli enti locali, è impensabile».
Ad ottobre si vota. Che voto dà alla giunta?
«Non è stato un quinquennio facile per l’amministrazione provinciale, ma alcune voci sono state senz’altro positive. Ora bisogna ragionare sul futuro del Trentino, dandogli un’impronta, un’identità».
Vedremo Michele Cereghini candidato alle provinciali?
«Ho già detto di no cinque anni fa, lo confermo. Ora termino il secondo mandato da sindaco, poi valuterò se ci sono margini per il terzo».