L'intervista

domenica 25 Giugno, 2023

Maurizio Freschi: «Alle elezioni correrò con Fratelli d’Italia»

di

Il presidente della Consulta dei genitori in pista: «Il mio focus sulla scuola. Vorrei poter riavvicinare le parti dopo le tensioni recenti»

Dal Consiglio del sistema educativo provinciale al Consiglio provinciale. Potrebbe essere questa la traiettoria di Maurizio Freschi, che su un’ipotesi di candidatura per le prossime elezioni ha sciolto le riserve.

Con Fratelli d’Italia, dunque.
«Ho sciolto le riserve, poi è il partito che deve fare le sue valutazioni. Io le mie le ho fatte, mettendomi a disposizione».

E com’è nata questa ipotesi di candidatura?
«Attraverso il dialogo con Alessia Ambrosi, che è stata presidente della IV Commissione legislativa, che si occupa di scuola, per gran parte della legislatura, fino a quando è stata eletta in Parlamento. Ho trovato in lei un interlocutore capace di approfondire, di confrontarsi».

Sul mondo della scuola, che è il suo ambito. È vicepresidente del Consiglio del sistema educativo provinciale e presidente della Consulta provinciale dei genitori.
«Questo è infatti il mio mondo, e su questo ho intenzione di mettere il focus anche in un eventuale percorso politico. E la mia stessa decisione di avvicinarmi al mondo della politica ha a che fare con questo mio impegno nell’ambito del sistema educativo».

E come ci è entrato? Lei non è un insegnante.
«Se vale, sono compagno di un’insegnante. In ogni caso vivo il mondo della scuola in famiglia, che con il mio impegno diretto è diventato in qualche modo totalizzante. Un impegno civile, che mi appassiona».

E allora spieghi qual è la sua idea di scuola.
« Il mondo scolastico è visto e vissuto troppo spesso per compartimenti. Le famiglie per le famiglie, gli insegnanti per gli insegnanti, gli studenti per gli studenti. E la politica per la politica. Questo per me è sbagliato, qui sta l’errore. Serve trasversalità, serve davvero che l’approccio sia a un sistema educativo a tuttotondo.

«La politica per la politica», diceva. Che nei confronti della scuola come dovrebbe porsi?
«Dovrebbe ascoltare di più le richieste che arrivano da essa. Rimanendone però fuori».

In che senso?
«Dev’esserci una visione politica sul sistema in termini istituzionali, in termini organizzativi e legislativi. Ma la politica intesa come visione ideologica deve starne fuori, perché compito della scuola è formare soggetti pensanti a 360 gradi in grado di far evolvere la società, che faranno poi le loro scelte politiche».

Lei la sua l’ha fatta. Con Fratelli d’Italia.
«In Fratelli d’Italia ho trovato una realtà che si è evoluta, che si è allargata abbracciando molte istanze del centro moderato. Un partito che cerca persone con competenze specifiche, che evidentemente mi sono state riconosciute. Nessuno mi ha chiesto un’adesione ideologica, ma un contributo di qualità».

Quale?
«Vorrei dare un apporto costruttivo a questa coalizione, affinché sulla scuola non si proceda come spesso accade per luoghi comuni o inseguendo i mal di pancia di una o dell’altra categoria».

Ha parlato di coalizione. Che non c’è ancora. Fratelli d’Italia sostiene Gerosa, gli altri Fugatti. Che ne pensa?
«Penso che sia necessaria l’unità di tutto il centrodestra, senza diktat ma con programmi condivisi. Per quanto riguarda poi le decisioni aperte sui tavoli politici, quelle competono ad altri, non certo a me».

Lei, nel suo ruolo di vicepresidente del Consiglio del sistema educativo e da presidente della Consulta dei genitori, non ha lesinato critiche a questa stessa coalizione. E con l’attuale assessore Mirko Bisesti non è certo stato tenero…
«Credo che tutti conoscano le mie posizioni sulla legge “zero-sei”, sull’apertura delle scuole d’infanzia a luglio o sulla legge che riguarda la carriera dei docenti. E sono convinto che su queste proposte arrivate dalla maggioranza sia mancato il coraggio e sia mancata l’attenzione. E da parte di Bisesti anche un po’ di conoscenza che l’ha portato a fidarsi di narrazioni errate, senza validi contenuti».

Spesso è stato polemico. Molto polemico.
«Ma sempre aperto al dialogo, al confronto. E credo sia superfluo dire che contro la persona dell’assessore non ho alcuna riserva. Al di fuori del confronto, e non nego anche dello scontro sui temi, il nostro rapporto è cordiale».

Cosa rimprovera a questa giunta sul tema della scuola?
«L’aver alimentato la conflittualità tra le parti che compongono il sistema educativo. Per questo il mio impegno principale sarà quello di riavvicinarle e ricomporle».