La misura

martedì 27 Giugno, 2023

Emigrati pagati per tornare: primi rientri col bonus

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La Provincia rimborsa le spese di viaggio ai profili di alta professionalità. Spinelli: «Carenza di ingegneri»
Alcuni rappresentanti dei circoli dell’associazione Trentini nel mondo

Se hai un discendente trentino e ricopri un ruolo di alta professionalità, la Provincia ti paga le spese di viaggio per rientrare e lavorare in Trentino. Una sorta di «bonus emigrati», introdotto nell’ultima legge di assestamento ed operativo da fine dicembre. Ecco, nei primi 6 mesi sono state presentate 3 domande: in media un rientro ogni due mesi. Magari, anzi quasi sicuramente, il bonus non è stato l’elemento determinante. Queste persone, in arrivo da Brasile, Argentina e Inghilterra, si sarebbero trasferite lo stesso. Il rimborso — massimo 3.750 euro, più altri contributi per eventuali familiari — è servito a facilitare il loro rientro. In una fase storica in cui le imprese, non solo trentine, sono affamate di lavoratori di alta professionalità. «Mancano soprattutto ingegneri — dice l’assessore provinciale Achille Spinelli — Per attrarre queste figure serve un nuovo patto sociale che porti ad aumentare i salari».

Come funziona il bonus
Il bonus si inserisce tra le diverse misure che trovano fondamento nella legge provinciale del 2000 sugli emigrati trentini. Si va dalle borse di studio ai contributi a favore di anziani che intendono visitare la terra d’origine. E da dicembre, appunto, si può richiedere anche il rimborso per le spese di trasferimento. Finora è stato richiesto e ottenuto da tre persone: un giovane manager nato e cresciuto a Buenos Aires (si veda l’intervista sotto), una docente universitaria trentina espatriata a Londra e un trentenne di Santa Catarina. Per loro tre la Provincia ha erogato quasi 14mila euro. La finalità del bonus è «valorizzare le competenze professionali ed imprenditoriali di trentini all’estero, anche al fine di favorire rapporti economici tra il Trentino e i Paesi nei quali si sono consolidate comunità di origine trentina».

Entrando nel dettaglio, la Provincia aiuta a coprire tre tipologie di spesa: biglietto e trasporto bagaglio, prima sistemazione in strutture ricettive o in affitto (per massimo 90 giorni) e oneri del trasloco. Il rimborso del viaggio è riconosciuto ai soli titolari di contratto a tempo determinato. Tra viaggio e alloggio il contributo massimo è di 3.750 euro. Per eventuali coniugi e figli è previsto un surplus di mille euro ciascuno. Mentre il rimborso per il trasloco spetta a chi rientra con un contratto a tempo indeterminato in tasca: massimo 3.000 euro.

«Antenne in tutto il mondo»
I lavoratori di alta professionalità sono quelle figure che ricoprono incarichi di direzione o con elevata competenza specialistica. Profili di cui si sente un gran bisogno anche in provincia. «Le imprese trentine riscontrano una carenza di queste professionalità — spiega Achille Spinelli, assessore provinciale allo sviluppo economico — Le figure più ricercate sono biologi, chimici, analisti di big data e soprattutto ingegneri, in particolare meccatronici, informatici, meccanici e gestionali».

Da questo punto di vista i giovani discendenti di emigrati trentini rappresentano una risorsa per la Provincia. «In una recente occasione di incontro abbiamo individuato un’alta propensione a considerare la terra dei propri avi come destinazione di vita e di lavoro — riferisce Spinelli — Stiamo parlando di giovani altamente formati. Ci siamo attivati con l’associazione Trentini nel mondo per avere delle antenne nei diversi territori dove vivono i discendenti». Per rendere attrattivo il Trentino, per farne una meta di destinazione, non basta però la sola promozione del territorio. Subentra anche un fattore salariale. E «il Trentino oggi ha bisogno di un patto sociale tra datori di lavoro e lavoratori per riconoscere una maggiore gratificazione, retributiva e in termini di welfare — conclude l’assessore — In parte già esiste, ma siamo in ritardo».

Cercasi assistenti domiciliari
In tutto il mondo si stimano almeno 2,5 milioni di emigrati o discendenti di persone di origine trentina, di quinta o sesta generazione. «Sono cinque volte la popolazione residente del Trentino», fa notare Armando Maistri, presidente dell’associazione Trentini nel mondo, presente in 26 Paesi con oltre 200 circoli. L’associazione si è già attivata per cercare anche altre figure professionali. «In questo momento stiamo facendo un ragionamento sull’assistenza domiciliare, per cui il Trentino non trova operatori — spiega Maistri — Siamo in contatto con l’Argentina, dove vent’anni fa abbiamo stimolato la nascita di una cooperativa diventata leader nel settore». Un settore che in futuro diventerà centrale alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione. «Stiamo avviando contatti anche per le figure sanitarie, dai medici agli infermieri — conclude — Lavoriamo quotidianamente con gli uffici provinciali».