La storia
martedì 27 Giugno, 2023
di Gabriele Stanga
L’edicola, gli scacchi e l’amore e la montagna. Sono le tre grandi passioni di Claudio Battiston, che, insieme al parente acquisito Marco Friz, gestisce il negozio di tabacchi, giornali, riviste e molto altro ancora di Martignano sin dal 1999. «Prima facevo l’impiegato. Questo lavoro, però mi dà molta più soddisfazione e anche più occasione di avere rapporti umani». Un lavoro, anzi, come la definisce lui stesso, una missione, molto vincolante ma allo stesso tempo gratificante e carica di valore sociale.
Claudio, cosa significa per lei fare l’edicolante-tabaccaio?
«Il mio è un lavoro bellissimo, direi tra i più belli. Ho cominciato anni fa, insieme al mio quasi cognato, dopo aver lasciato il mio vecchio impiego. Occupa tante ore al giorno e continua anche a casa, non è solo quello che si vede dietro al bancone. La parte che più apprezzo, però, è quella di presidio sociale. In un paesino piccolo come Martignano, un’attività come la nostra è una certezza insieme a farmacia e supermercati. È importante avere un punto di riferimento anche solo per uscire di casa e fare due chiacchiere. È bello respirare la fiducia della gente e farle trovare un po’ di tutto».
E com’è cambiata nel tempo la professione nel tempo?
«Oggi si punta molto sui servizi: dai pagamenti di bollettini al bollo auto e tante altre piccole cose. Anche il ritiro dei pacchi postali è un servizio molto apprezzato. Poi ci sono altri aspetti. Alcuni colleghi puntano su fattori come il gioco, che a noi non piace molto. Cerchiamo di mantenerlo entro limiti contenuti. La nostra idea (mia e di Marco) è di vivere il tabacchino come una volta e vogliamo proporre quel modello. Poi il mondo cambia e ci sono richieste diverse. Il mercato delle sigarette si è mantenuto su livelli alti ma quello dei giornali è in calo, purtroppo».
Si dice che i giovani non li comprino più.
«Per quanto riguarda i quotidiani è vero, l’età è maggiore, salvo quando si tratta di notizie importanti. I giovani sono più interessati alle riviste di macchine, ad esempio. Più trasversali in quanto ad età e vendite sono le riviste di enigmistica. Noi abbiamo anche i fumetti, che si vendono bene tra gli affezionati e, anche in questo caso, meno tra i ragazzi. Penso alle raccolte di Tex Willer o ai Topolino».
E come si consigliano sigarette e riviste?
«Io non fumo, quindi per le sigarette mi baso più sulle opinioni dei clienti. Anche qui, però il mercato è cambiato, ora ci sono le sigarette elettroniche. Per me è sicuramente più bello consigliare giocattoli, libri e riviste, anche di scacchi. Siamo l’unico negozio che vende anche riviste di scacchi. Queste ultime hanno avuto un boom con la pandemia e con la serie tv “La regina degli scacchi”».
Scacchi che sono un’altra sua grande passione..
«Sì, sono una passione da quarant’anni. Mi è stata trasmessa dal mio fratello d’arte, Roberto Battiston (noto fisico italiano, ndr). Lui mi ha insegnato a giocare e il mio obiettivo quando ho cominciato era di batterlo. Ci sfidiamo spesso ancora oggi. Prima sono stato giocatore e poi istruttore. Ho anche vinto il premio di migliore istruttore dell’anno nel 2014. Ho avuto poi la soddisfazione di iniziare al gioco Francesco Seresin, oggi tra i migliori 50 in Italia. A partire dalla primavera mettiamo fuori dal negozio un tavolino con una scacchiera per chiunque voglia giocare o imparare».
Insegna molto ai ragazzi?
«Sì, ho anche allievi adulti ma tengo corsi nelle scuole ed anche extrascolastici come quello alla biblioteca Il Colibrì di Martignano, sempre per i più giovani».
E da giocatore, invece?
«Ho avuto l’onore si sfidare Boris Spasskij in simultanea e sono stato anche l’unico in quell’occasione ad avere pareggiato con lui».
Cosa ne pensa di Magnus Carlsen (attualmente il giocatore più forte al mondo)?
«Non è molto conosciuto dal pubblico, nonostante sia il numero uno. Quasi tutti ricordano Fisher o Karpov, quando si parla di scacchi. Lui non ha ancora quella notorietà, se non tra gli appassionati. Io credo che dopo anni al top si sia stufato e perciò abbia deciso di non partecipare agli ultimi mondiali».
Parliamo, invece, della montagna.
«Ho scritto anni fa un libro sulla montagna, che è sempre lì e non si sposta (ride). Il libro si chiama “la montagna per tutti” e come dice il nome illustra percorsi facili e adatti a tutti. Lo si trovava ancora anche all’ultimo festival della montagna. È un altro grande amore, oltre a quello per gli scacchi».