Il personaggio

mercoledì 28 Giugno, 2023

Filippo Lombardi, il trombettista prodigio di Riva del Garda: «Con la musica voglio emozionare»

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A soli 17 anni il musicista è già molto affermato, a breve terminerà il triennio al conservatorio di Bolzano poi l'estero. «Vienna, Amsterdam oppure in Germania. Far parte di un'orchestra mi arricchisce musicalmente e dal punto di vista umano»

«In casa ascolto musica da sempre e da piccolo ero affascinato dal suono squillante della tromba che spiccava nell’insieme dell’orchestra, soprattutto nelle esecuzioni di età barocca. Così, quando avevo quattro anni, mio padre mi ha regalato una pocket trumpet (rispetto alle trombe tradizionali è di dimensioni inferiori) e sono riuscito subito a produrre dei suoni, divertendomi a strimpellarla. Poi, a sei ho iniziato a prendere lezioni private a Tione dal maestro Stefano Torboli che è riuscito a farmi muovere i primi passi nello studio di questo strumento».
A raccontarsi è Filippo Lombardi, diciassette anni, espressione simpatica, vivace e scanzonata, con un percorso musicale già sorprendentemente maturo e articolato. Solo per citare gli ultimi di una serie di prestigiosi riconoscimenti, vale la pena ricordare nel 2019 la borsa di studio della Yamaha Music Foundation of Europe per la categoria Teenagers e, lo scorso anno, il secondo posto al concorso radiofonico internazionale per giovani musicisti Concertino Praga indetto dalla Radio Ceca e dall’Accademia di Musica Classica (in quest’occasione si è esibito nella Sala Dvořák del Rudolfinum a Praga, accompagnato dall’Orchestra sinfonica della Radio Ceca) e il primo al Werner Pirchner Preis a Innsbruck. Fra concerti (sia da solista che in orchestra), televisione (nel 2019 ha preso parte alla trasmissione «Prodigi – La musica è vita», vincendo una borsa di studio) e concorsi, è ormai abituato ad affrontare palcoscenico e pubblico con estrema disinvoltura sottraendosi, però, alle insidie che possono essere legate agli importanti risultati ottenuti, forte di un atteggiamento intelligente e umile che lo mette davanti alla consapevolezza dell’importanza di imparare ancora. Dopo il triennio accademico al conservatorio Claudio Monteverdi di Bolzano, dove adesso sta concludendo il percorso sotto la guida di Marco Pierobon e Giancarlo Parodi, per lui punti di riferimento fondamentali, Filippo Lombardi ha infatti intenzione di proseguire a studiare tromba all’estero: a Vienna, ad Amsterdam oppure in Germania. La naturalezza con cui suona è il risultato, certamente, di un talento non comune, ma anche di tanto studio (si esercita tre ore al giorno), senza per questo rinunciare alle attività dei ragazzi della sua età, riuscendo a conciliare impegni scolastici (ha appena terminato il quarto anno dell’indirizzo scientifico presso il liceo Andrea Maffei di Riva del Garda) e sportivi (palestra e windsurf). Il suo tempo è comunque organizzato in funzione della profonda passione che nutre per la tromba. «Far parte di un’orchestra – afferma – mi arricchisce musicalmente e dal punto di vista umano per la possibilità che ho di fare tante amicizie, come quando nell’agosto di due anni fa ho suonato con l’Orchestra giovanile internazionale del Concertgebouworkest Young, diretta da Daniel Harding».
Anche durante queste vacanze estive il giovane musicista sarà impegnatissimo con il suo strumento, a cominciare dai concerti che nei prossimi giorni lo vedranno protagonista, insieme all’Orchestra Regionale Toscana diretta da Luca Ballabio, all’interno della rassegna «Ville e Giardini incantati 2023», risultato del Premio Crescendo al fORTissimo, legato al Premio Crescendo, concorso Internazionale Città di Firenze dove nel 2019 ha conseguito il primo premio assoluto per la sezione Fiati. In programma il concerto per tromba di Haydn nel suggestivo scenario di tre ville medicee nei dintorni di Firenze: oggi a La Petraia, domani a La Ferdinanda e il 30 a Poggio a Caiano.
Ad agosto Filippo Lombardi farà ancora i bagagli per partire alla volta della Germania, dove a Greiz e nel Castello di Burgk, si cimenterà come solista nel Concerto K. 191 di Mozart con la Vogtland Philharmonie. Tanto entusiasmo e capacità di divertirsi sono le armi vincenti di una già acquisita professionalità. «La lieve ansia da prestazione che provo subito prima di un concerto scompare quando salgo sul palco – afferma – perché penso solo a suonare con gusto e a far piacere quello che eseguo a chi mi ascolta, cercando di tenerne costantemente viva l’attenzione. Imparo abbastanza velocemente un brano, ma ne ripeto lentamente e più volte piccole parti per impossessarmi della tecnica esecutiva. Solo a questo punto penso a come interpretarlo nella maniera migliore, così da renderlo più interessante. Per riuscirci, mentre suono cerco di immaginarmi delle scene che prendono vita nella mia mente. Per emozionarmi e per trasmettere emozioni».