La polemica
mercoledì 28 Giugno, 2023
di Simone Casciano
La polemica, strumentale, sulle croci di vetta investe Marco Albino Ferrari, trentino d’adozione, direttore editoriale e responsabile delle attività del Club Alpino Italiano. Una posizione questa da cui ha deciso di dimettersi contestando la decisione del presidente del Cai Antonio Montani che, secondo Ferrari, «ha contribuito a alimentare l’equivoco: si è scusato con il Ministro Santanché per una colpa inesistente prendendo le distanze da una mia dichiarazione mai fatta». E il Cai continua a perdere pezzi, anche Pietro Lacasella, giovane antropologo a cui era stata affidata la cura de Lo Scarpone, il nuovo portale online del Club Alpino Italiano, ha annunciato le sue dimissioni. «Ho ritenuto opportuno presentare le dimissioni al Club Alpino Italiano a cui non mancherà la mia disponibilità in questa fase di transizione», ha scritto sui social Lacasella. Quello che Ferrari e Lacasella contestano ai vertici del Cai è stata la decisione di scusarsi con gli esponenti del governo invece che difendere i propri divulgatori da accuse infondate. «Le croci di vetta rappresentano un elemento culturale delle nostre montagne che va preservato. Penso che il CAI debba, e lo fa, guardarle con rispetto e occuparsi della loro manutenzione» aveva scritto Albino Ferrari ancora domenica prima che esplodesse la polemica, ma sentendola arrivare. E in fatti il caso è stato montato su una riflessione fatta a voce da Ferrari nel corso di una presentazione di un libro, che parlava proprio delle croci di vetta, tenutosi all’Università Cattolica di Milano. La stessa pubblicazione su cui poi Lacasella aveva scritto due articoli finiti anche essi nell’occhio del ciclone. Approfondimenti che cercavano di andare oltre gli schieramenti, per ragionare sulla necessità di prendersi cura delle croci esistenti, che non sempre versano in buone condizioni, e sull’opportunità o meno di erigerne di nuove. Una complessità che non ha trovato spazio nella polemica di questi giorni e che ha portato i due alla decisione di dimettersi per evitare di rimanere esposti al fuoco incrociato dei politici e di una parte della stampa. Al loro fianco si sono schierati anche i collaboratori de Lo Scarpone che hanno annunciato uno sciopero indefinito fino al ritorno al loro posto di Ferrari e Lacasella. «Siamo stupiti da come la presidenza Cai non abbia difeso chi con passione e professionalità si occupa di raccontare le nostre montagne e la nostra cultura – scrivono i collaboratori in una nota – Finché il CAI non assumerà una posizione chiara e trasparente, e non avrà confermato nei loro ruoli Lacasella e Ferrari, ci asterremo dal produrre nuovi contenuti per le pagine del portale»
l'incontro formativo
di Redazione
Il 20 novembre alla Fondazione Mach l'evento di approfondimento riservato ai datori di lavoro i cui dipendenti potrebbero essere esposti al rischio di incontrare, durante il proprio lavoro, un orso o un lupo