Storia
mercoledì 28 Giugno, 2023
di Carlo Martinelli
Si dirà: no, basta, non se ne può più, che senso ha parlare di guerra anche a delle ragazze e a dei ragazzi tra gli undici e i tredici anni: perché questa è l’età indicata alla lettura per il libro oggi protagonista sulla nostra Giostra. Obiezione legittima, ma per fortuna esistono eccezioni, che meritano. È il caso di «Le altre facce della guerra» di Ermanno Detti (Chiaredizioni, collana Young, 150 pagine, 13,90 euro). Cinque racconti per descrivere cinque facce della guerra. Cinque punti di vista raramente raccontati. I principali protagonisti sono infatti i bambini che con i loro occhi sono spettatori di grandi eventi, a volte cruenti, a volte delicati e di grande umanità. Ermanno Detti, con la sua consueta scorrevole narrazione ci dice che la guerra – in questo caso l’ambientazione è quella del secondo, terribile conflitto mondiale — non riesce ad annullare i sentimenti umani, quelli forti: i ragazzi giocano ancora, si innamorano ancora, si creano amicizie ed esempi di solidarietà. La vita va avanti anche sotto le bombe. Gli ultimi due racconti, poi, sono dedicati al periodo post bellico e mettono in luce che anche quando la guerra è finita le ferite che hanno profondamente sconvolto gli animi non sempre si rimarginano. L’ultimo racconto, il più duro, è la storia di una ragazza che non riesce a dimenticare un terribile torto subito.
Cinque racconti su come l’animo umano reagisca di fronte alle catastrofi. Il messaggio forte di Ermanno Detti è che anche durante le guerre più orribili, nelle situazioni più disperate, gli esseri umani reagiscono e mantengono intatti alcuni sentimenti fondamentali, con la speranza di un futuro migliore. Così, l’autore: «In queste cinque storie di guerra sono narrate situazioni molto diverse. Da una parte come gli uomini nei conflitti armati diventino più crudeli, egoisti e cattivi, dall’altra come i grandi sentimenti umani continuino a essere forti e presenti anche durante e dopo le guerre più terribili. Nelle guerre l’essere umano esprime il. Anche la storia recente ci racconta reati orribili, la guerra porta disastri e distruzioni nelle cose e lacerazioni dentro di noi. Dopo una guerra le ricostruzioni sono difficili sia per le ferite inferte alle cose, sia all’animo umano, al punto che perfino a guerra finita restano rancori e desideri di vendette. Ma proprio quando la ferocia umana tocca i livelli più bassi, ci si accorge che alcuni sentimenti più profondi e naturali non possono essere distrutti. Anzi possono nascere affetti, amicizie, legami e amori inaspettati che stupiscono per la forza e per il rischio a cui alcune persone si espongono per aiutare gli altri. È come se la cattiveria non riuscisse a vincere fino in fondo ciò che di buono c’è negli umani. Sono le altre facce della guerra. Sotto le bombe degli aerei o dell’artiglieria, c’è chi può, come in questi racconti, offrire asilo a un disertore rischiando la vita, c’è chi si preoccupa di proteggere cuccioli di animali. Possono sorgere tenerezze, amori e speranze per un futuro migliore. Dopo la guerra resta il dolore che in parte si supera guardando al futuro».
Ermanno Detti ha avuto una vita molto avventurosa. Nato da famiglia povera nel 1939 in Maremma, interrompe gli studi e lavora nei campi, poi si arruola in Aeronautica dove resta per 10 anni, nel frattempo riprende gli studi, consegue la laurea in lettere. Abbandonata la vita militare, si dedica prima all’insegnamento e poi al giornalismo. Scrive saggi e romanzi per ragazzi più volte premiati e ristampati e, nel 1999, fonda e dirige fino ad oggi la rivista «Pepeverde», trimestrale che si occupa di letteratura e critica per ragazzi. Insegna anche alla Libera Università di Bolzano.