A Canazei
domenica 2 Luglio, 2023
di Elisa Salvi
«La montagna è pericolosa, la montagna può crollare, basta la gravità a portare giù acqua, sassi o ghiaccio. A questo, oggi, si aggiungono gli effetti del caldo globale. Nei prossimi anni, dato che il permafrost si sta sciogliendo sono probabili diversi crolli di roccia, molto più che di ghiaccio, perché i ghiacciai sono sempre meno e ridotti. Di fronte a questi fenomeni che possono coinvolgere persone, come è accaduto in Marmolada un anno fa in modo imprevedibile, per me non ci può essere rabbia. La montagna non è maligna, è là con tutta la sua grandezza, la sua bellezza, i suoi silenzi e anche il rischio». Così ha spiegato Reinhold Messner di fronte al numerosissimo pubblico presente al cinema di Canazei per “Marmolada, il futuro della montagna al tempo del cambiamento climatico”, l’incontro che la sera di sabato 1 luglio, ha dato il via agli eventi commemorativi promossi dal Comune di Canazei, per il primo anniversario della tragedia Marmolada, del 3 luglio 2022.
In sala, anche diversi familiari e amici delle undici vittime del crollo di parte del ghiacciaio, verso cui Messner ha mostrato vicinanza, condividendo il dolore di due fratelli scomparsi in montagna: Siegfried, colpito da un fulmine e precipitato dalla torre Stabeler del Vajolet, e Günther, travolto da una valanga sul Nanga Parbat. A loro, in particolare, Messner si è rivolto, dicendo: «Chi ha perso una persona cara in montagna, sa bene che è una dimensione che va oltre le nostre possibilità. Ma le persone non muoio finché vengono ricordate. Ancora oggi quando torno in luoghi o pareti dove sono stato con Günther, sento la sua voce che mi dice di tirargli la corda. Molte delle avventure che avevamo programmato insieme, le ho compiute da solo, anche per lui. Ogni giorno lo ricordo assieme a Siegfried».
Alla serata, organizzata e condotta dalla giornalista Elisa Salvi affiancata dal collega Andrea Selva che ha presentato il suo documentario “3 luglio 2022 – Marmolada” che sarà trasmesso su Rai Tre il 3 luglio alle 15.10, hanno preso parte anche Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento, Christian Casarotto, glaciologo del Muse, Paolo Grigolli, direttore di Apt Val di Fassa, e il padrone di casa.
Proprio quest’ultimo, il sindaco Giovanni Bernard, oltre a ricordare le ore concitate e difficili per la comunità del 3 luglio e dei giorni successivi, ha sottolineato la necessità di monitorare costantemente il ghiacciaio, per verificare la percorribilità dei vari tracciati escursionistici e alpinistici, con la garanzia dell’accesso a Punta Penia attraverso la ferrata cresta ovest. «Ad un anno dal 3 luglio, la Marmolada appare imbiancata ma il processo di scioglimento è lo stesso – ha dichiarato il primo cittadino – Attraverso i rilevi con strumentazione ad hoc, la Protezione civile sta monitorando la montagna e sulla base dei dati spetterà a noi assumere i necessari provvedimenti. Diciamo no alle chiusure, ma intendiamo verificare se ci siano le condizioni per prevenire, pur sapendo che non è possibile mettere in sicurezza tutta la montagna».
Anche il presidente Maurizio Fugatti si è soffermato sui monitoraggi: «La tragedia della Marmolada ci ha insegnato che dobbiamo rilevare costantemente la situazione per valutare quel particolare rischio e comunicarlo nel modo più efficace» le parole del governatore che a sua volta dice “no” alle chiusure. «Oggi la Provincia è impegnata nei monitoraggi con sistemi avanzati per indagare la presenza di acqua liquida nel ghiacciaio – ha illustrato – ma la montagna deve continuare ad essere vissuta. Le precauzioni sono necessarie, ma diciamo no alle ideologie: le precauzioni sono necessarie, ma allo stesso tempo le montagne non possono essere chiuse». Quanto alla tragedia: «Il ricordo è un dovere nei confronti di una comunità che è stata colpita al cuore» ha detto dal palco ricordando il grande lavoro compiuto dal sistema della Protezione civile del Trentino con il supporto delle realtà altoatesine e venete per mettere in salvo i feriti e recuperare chi ha perso la vita. «Sono stati 127 gli operatori che intervennero sul ghiacciaio nel giorno dell’evento, con il supporto di altre 96 unità di supporto. Mette i brividi pensare che queste persone hanno rischiato la vita, mettendo al primo posto chi era stato coinvolto nell’emergenza».
Il glaciologo Christian Casarotto ha messo in evidenza la delicatezza dello studio dei ghiacciai, e di eventuali crolli, e l’imprevedibilità di quanto accaduto sulla Regina delle Dolomiti, per l’assenza di rilevamenti specifici antecedenti che anticipassero l’evento: «Il crollo di parte del ghiacciaio della Marmolada, ora, costituisce un caso emblematico anche per la comunità scientifica».
Infine, Paolo Grigolli, direttore di Apt Val di Fassa, si è soffermato sul cambiamento dei comportamenti di quanti frequentano le Dolomiti: «È necessario cambiare il modo di andare in montagna, nella ricerca di quel rispetto per l’ambiente che non vede più l’uomo come dominus della natura, ma elemento che ne fa parte, come scrive anche Papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì”. Per oltre duemila anni abbiamo desiderato conquistare le vette. L’obiettivo, ora, è trovare equilibrio, anche da un punto di vista dei flussi turistici sui territori dolomitici, per vivere in armonia con l’ambiente che ci circonda».
Le iniziative in programma per l’anniversario
Gli appuntamenti di commemorazione proseguiranno oggi, domenica 2 luglio, alle 16 nella chiesa di Sant’Antonio Abate di Alba di Canazei con i canti di montagna proposti dal coro Valfassa diretto dal maestro Stefano Lazzer. Infine domani lunedì 3 luglio, giorno dell’anniversario, alle 11 a monte di Passo Fedaia sarà celebrata la messa in suffragio delle vittime (in caso di pioggia, nella chiesa parrocchiale di Canazei); seguirà la benedizione di uno spazio nella natura dedicato alla meditazione e alla preghiera e la scopertura di una targa commemorativa.
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