Il funerale
martedì 11 Luglio, 2023
di Samantha Deflorian
Una bara di legno chiaro coperta da gigli e rose bianche. Un cappellino, «immancabile, come gli occhiali da sole», una maglietta, un disegno.
Accanto alla foto di Salvatore, gli oggetti lasciati sulla bara dai suoi cari condensano simbolicamente la vita di un giovane spezzata troppo presto. Ieri la comunità di Fiemme si è fermata per rendere omaggio a Salvatore Ingrassia, 35 anni, gli ultimi dei quali vissuti in Val di Fiemme dove si era trasferito da ragazzino, trovando lavoro, tessendo legami profondi, cercando di vivere appieno la vita.
Don Albino, parroco di Cavalese, ha aperto la cerimonia di commiato condividendo lo sgomento che ha colpito i famigliari e gli amici per la giovane età e il modo «assurdo» con cui Salvatore ha perso improvvisamente e tragicamente la vita. Lo ha fatto rivolgendosi ai parenti e ai tanti giovani presenti, i cui sguardi «valgono più di tante parole».
Nella lettura del Vangelo secondo Marco il parroco ha scandito le parole pronunciate da Gesù prima della sua morte: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato», parole che ha ripreso nell’omelia pensando agli ultimi istanti di vita di Salvatore. Ma ha saputo dare conforto ai famigliari e ai presenti, in particolare alla mamma e alla compagna Claudia, nel dare un’interpretazione cristiana ai segni che hanno accompagnato la morte di Salvatore.
A partire dall’immagine scelta per il necrologio di Salvatore, una pallina da golf a pochi centimetri dalla buca. «Salvatore, lo sapete tutti, era un grande amante del golf, e questa pallina sembra un essere la metafora del destino dell’uomo, che per quanto si affanni a fare buca, nulla può di fronte alla morte». E ancora: «Difficile interpretare il disegno del signore», ha proseguito don Albino, disegno che la compagna Claudia ha definito «uno sgorbio» per come è finito. Parole toccanti che racchiudono tutto il dolore di una perdita improvvisa e crudele.
Ma ancora una volta don Albino ha cercato di darne una lettura positiva, chiamando in causa il ritratto di Salvatore dipinto su un colorato arcobaleno che una cuginetta di soli 10 anni ha voluto disegnare per lui in segno di saluto. «Grazie a questa bambina, che ci regalato una lettura nella luce e nel colore della morte». L’incidente di Salvatore è accaduto a pochi passi da un crocifisso, come se il Signore, ha proseguito, volesse chiamarlo a lui. L’omelia di don Albino si è conclusa con l’applauso sgorgato spontaneo verso il disegno levato in alto dalla stessa bambina, e poi ha lasciato la parola a un’altra cugina, che a nome di tutti ha letto alcune parole con la voce strozzata dall’emozione: «Ciao Salvo, te ne sei andato di fretta, come il tuo solito. Siamo grati alla vita di averci regalato una persona come te.
Sarai sempre con noi, nei nostri cuori, con il tuo amore e il tuo sorriso». Difficile salutare Salvatore. Tante le carezze e i baci alla bara deposta nel carro funebre, tanti i tocchi delicati, e i visi rigati di lacrime che hanno cercato di posticipare il doloroso momento in cui Salvatore ha iniziato il suo ultimo viaggio.
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