L'intervista

martedì 11 Luglio, 2023

Niccolò Fabi, tour estivo ad Arco: «Canto gli anfratti dell’animo cercando scorci di luce dentro all’oscurità umana»

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Il cantautore giovedì al castello di Arco con il suo tour estivo: «Il luogo stesso sarà la mia orchestra»

Arriva ad Arco giovedì con la settima data del suo «Solo Tour Estate 2023» Niccolò Fabi, artista che racconta, scrive e canta da 25 anni «gli anfratti dell’animo umano»: «Una scelta di non stare semplicemente nel buio e di raccontarlo, ma cercare di renderlo luminoso».
Dopo il successo del tour teatrale che ha visto la collaborazione con i 35 elementi dell’Orchestra Notturna Clandestina del Maestro Enrico Melozzi, il cantautore romano ritorna a mettere al centro il suono leggero e delicato della sua voce, accompagnato solamente dalla sua chitarra e dal suo pianoforte. Questo in occasioni intime e speciali in cui è come se «il luogo diventasse la sua orchestra»: rassegne e festival organizzati in piccoli borghi, castelli, nella natura e in alta quota. Tra questi anche la rassegna «Il Castello Cantato» di Arco, un’occasione per calarsi nel mondo intimo del cantautore romano e sentirne «ogni minimo sospiro». L’appuntamento è alle 21 nel parco dell’antico maniero.
Niccolò Fabi, ad Arco, in occasione della rassegna «Il Castello Cantato», ritorna alla dimensione solistica. Sul palco sarà da solo con voce, chitarra e pianoforte. Questa dimensione la rende in qualche modo più esposto, più nudo, è così?
«Sì, sicuramente si è più esposti, più trasparenti. Non si ha nessun tipo di protezione che gli amici musicisti e i suoni possono darti. È sicuramente più faticoso. È una fatica, perché non hai proprio nessun tipo di sostegno nei momenti di stanchezza o di difficoltà, ma ho anche visto che è una dimensione che mi unisce ancora di più al pubblico. Cantare in questo modo avvicina fino all’ultimo passo possibile le persone a me e a quello che faccio, perché non c’è nessuna distrazione e possono davvero percepire ogni mio minimo sospiro. Visto che il mio linguaggio è di per sé molto intimo, credo che in questo modo si riesca a raggiungere la massima espressione di intimità».
Le sue canzoni sono qualcosa di vivo che si trasforma con lei negli anni e negli incontri con i luoghi in cui si esibisce e con il suo pubblico. Quanto il luogo, in particolare in questo tipo di tour, entra a modificare le sue canzoni?
«Queste occasioni, in cui mi trovo senza alcuna compagnia sul palcoscenico, fanno sì che il luogo diventi lui stesso un vero e proprio accompagnamento, è come se fosse la mia orchestra. La scelta di fare un tour del genere comporta anche dei luoghi e delle ambientazioni che sono sempre molto particolari, o dal punto di vista naturale o da quello architettonico e storico: spazi molto suggestivi e con una grande personalità. In teatro quando si spengono le luci sei immerso nel nero, il luogo allora diventa meno caratterizzante, in questi casi invece lo è molto. Non è che le canzoni cambino, ma sicuramente cambia lo stato emotivo di tutti noi».
La scorsa settimana è arrivata la notizia della vittoria della Targa Tenco 2023 per «Andare oltre» come miglior canzone. Come ha preso la notizia e che significato è ricevere questo premio proprio per questa canzone?
«È impossibile negare che sia molto gratificante per chi scrive canzoni ricevere questo premio, anche se ovviamente il premio più grande è quello emotivo che ricevo dalle persone che ascoltano le mie canzoni quotidianamente e che mi fanno entrare così nella loro vita. Ma di nuovo è indubbio che ottenere questo premio dal punto di vista simbolico voglia dire tanto. Sicuramente mi ha fatto capire che la scelta di raccontare gli anfratti dell’animo umano ha i suoi rischi, ma è evidentemente una scelta che riesce a essere chiara e comprensibile: una scelta di non stare semplicemente nel buio e di raccontarlo, ma cercare di renderlo luminoso».
Ogni suo testo è una poesia che vive dei suoi vuoti, dell’essenzialità scavata attorno a ogni parola. Un’essenzialità che traspare anche dal titolo del suo ultimo album «Meno per Meno». Che valore ha per lei questa essenzialità?
«Le canzoni sono un luogo in cui si prova a fare ordine sia a livello emotivo sia a livello più razionale. L’essenzialità e quindi la sintesi a cui ti costringe la canzone ti mette quasi nell’obbligo di scegliere le cose più importanti e nella necessità di doverne sacrificare altre. Le canzoni quindi come possibilità di chiarire le cose. La chiarezza si fa anche togliendo».
In un mondo in generale e musicale in particolare in cui sembra che la delicatezza e la fragilità siano spesso maltrattate, le sue canzoni ne sono invece fiere paladine e in questi anni hanno saputo emozionare qualsiasi generazione. Qual è la cosa di cui va più fiero, arrivato al traguardo di 25 anni di carriera?
«La cosa a cui riconosco più valore è una libertà di scelta e di pensiero che mi sono conquistato, che ho deciso di volere e che in qualche modo si è tradotta in scelte indipendenti, nel vero senso della parola. Credo che questo abbia un grandissimo valore. La vita ti porta a prendere delle decisioni, a volte più grandi a volte più piccole, ma tutte quelle che prendi chiariscono chi sei. E questo nelle cose che decidi di fare, ma soprattutto in quelle che decidi di non fare».