il caso
mercoledì 12 Luglio, 2023
di Benedetta Centin
Potrebbe anche impugnare la bocciatura incassata lunedì la studentessa della classe quinta del liceo scientifico da Vinci alla quale il Tribunale amministrativo regionale (Tar) aveva dato la possibilità di svolgere le prove suppletive per l’esame di Stato. E questo nonostante i suoi insegnanti, in sede di scrutinio finale, considerate le cinque insufficienze conseguite in materie chiave, non l’avessero ammessa. I giudici le avevano invece concesso una possibilità, anche in considerazione del fatto che aveva già passato il test di ammissione all’Università, ad Economia aziendale. Ma questa chance non le è valsa a diplomarsi. Dopo quasi sei ore di scrutini la commissione, l’altro giorno, ha infatti emesso l’esito delle prove. Che la giovane non è appunto riuscita a superare. È stata infatti sentenziata la bocciatura. «Impugnarla? La normativa lo prevede, stiamo ragionando sul da farsi» chiosa al telefono uno dei legali della studentessa, l’avvocato Filomena Alaia di Avellino che lunedì era presenta nell’aula d’esame, al Da Vinci, assieme al collega veronese Gian Paolo Sardos Albertini. Insomma, all’orizzonte potrebbe prospettarsi un ricorso ma al momento è solo un’ipotesi al vaglio. La decisione, da parte dei legali della ragazza, potrebbe maturare nelle prossime ore, quando verranno divulgate anche delle «precisazioni in merito alle lettere dei docenti» (si veda pezzo sotto ndr). Di fatto la vicenda che tanto ha fatto clamore anche al di fuori dei confini del Trentino potrebbe non esaurirsi qui. Era stata la stessa liceale, maggiorenne, una volta saputo di non essere stata ammessa all’esame, a rivolgersi al Tar di Trento «per far valere i suoi diritti». Alla base del ricorso c’era la contestazione secondo la quale la scuola non avrebbe organizzato i corsi di recupero, che pure sono previsti dalla normativa, nelle materie nella quali non aveva ottenuto la sufficienza (cinque e nelle materie principali). Il Tar allora aveva annullato di fatto la decisione presa dal consiglio di classe e accordato «eccezionalmente» alla giovane l’ammissione e «con riserva» (il decreto presidenziale era 29 giugno scorso). Lo stesso tribunale aveva fissato udienza il 27 luglio per discutere la richiesta di sospensiva della decisione di non ammissione all’esame di Stato. Ma, ormai, l’esito della prova suppletiva sembra aver risolto la questione.
Intanto, a commentare ulteriormente la vicenda è anche la dirigente scolastica del Da Vinci, Tiziana Rossi: «Non credo che un episodio isolato possa farci dire che si sia rotta l’alleanza tra docenti e famiglie».