bypass ferroviario

giovedì 13 Luglio, 2023

Sloi, a 45 anni dall’incendio partono le analisi sotto ai binari

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Ieri biciclettata no bypass, sabato manifestazione in memoria delle vittime della fabbrica di piombo

Accadde la sera del 14 luglio 1978. Domani sono quarantacinque anni dall’incendio scoppiato nella fabbrica Sloi e dalla nube tossica che colpì la città, portando il sindaco di Trento Giorgio Tononi a ordinare la chiusura dello stabilimento. Quarantacinque anni dopo sono cominciati i sondaggi sotto la massicciata della ferrovia che separa l’area ex Sloi dall’area ex Carbochimica, per verificare se si tratti anche lì di aree inquinate e se quindi per realizzare il bypass ferroviario si debba bonificare l’area e prendere misure straordinarie per evitare di disperdere gli inquinanti, tra i quali il pericoloso piombo tetraetile. è la prima volta che si fanno analisi di questo tipo sotto i binari, che tecnicamente sono fuori dal Sin, il Sito di interesse nazionale di Trento nord. Martedì Italferr, la società di ingegneria di Rfi, e Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, hanno iniziato i prelievi di terreno. Appa provvede alla caratterizzazione ambientale, cioè preleva una parte dei campioni per verificare che gli inquinanti non superino i limiti che fanno dell’area un sito inquinato. Italferr si occupa della caratterizzazione come rifiuto. Il lavoro andrà avanti una ventina di giorni.
Nel frattempo Italferr ha concluso i rilievi sul soil gas, i gas interstiziali dei terreni inquinati che potrebbero creare problemi alla sicurezza dei lavoratori del cantiere bypass. Anche in questo caso Appa analizzerà i suoi campioni. «Stiamo aspettando i risultati» dice Enrico Menapace, dirigente generale dell’Appa. In un certo senso sono analisi simili a quelle del cantiere pilota, in questo caso senza neanche smuovere la terra. I sondaggi sotto il sedime ferroviario, invece, erano richiesti e attesi da tempo, con tanto di stanziamento di 2 milioni di euro ottenuto dalle deputate trentine Sara Ferrari e Vanessa Cattoi nell’ultima legge di bilancio nazionale. Perché la circonvallazione ferroviaria per la quale si stanno attrezzando i cantieri a San Martino e a Mattarello passerà a fianco dell’attuale linea, cioè in mezzo alle aree inquinate, e non si sa se il terreno che verrà smosso è anch’esso inquinato oppure no. «Preleviamo questi campioni per verificare se il piombo e gli altri inquinanti superano le soglie che definirebbero l’area come inquinata – spiega Menapace – Se riscontrassimo questo, occorrerebbe un’attività di bonifica, che è quella che prevede Rfi asportando il terreno, con tutte le cautele possibili».
Ieri pomeriggio la protesta dei comitati contrari al bypass ferroviario si è manifestata con una biciclettata da largo Nazario Sauro alle aree inquinate. Oggi verrà presentato il presidio organizzato sabato dalle 9 alle 14 in piazza General Cantore da Confederazione unitaria di base Cub e Sindacato di base multicategoriale Sbm in occasione del quarantacinquesimo anniversario della chiusura della Sloi, «in memoria di tutti gli operai massacrati dalla fabbrica della morte in nome del profitto. Oggi l’incubo ritorna e la bomba dormiente rischia di essere nuovamente innescata dalla realizzazione del bypass ferroviario di Trento, la quale prevede il transito nei terreni avvelenati della Sloi».