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giovedì 13 Luglio, 2023

Omicidio Willy, cade l’ergastolo: pena ridotta ai fratelli Bianchi

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Condannati a 24 anni i due ragazzi che il 6 settembre 2020 pestarono a morte il ventenne di origini capoverdiane. La madre: «Il perdono è un’altra cosa»

Non più ergastolo, ma 24 anni di carcere. È questa la decisione presa ieri pomeriggio dalla Corte d’assise d’appello di Roma nei confronti dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane di origini capoverdiane pestato a morte il 6 settembre del 2020 a Colleferro. La decisione dei giudici di secondo grado riformula dunque la sentenza emessa un anno fa dalla Corte d’Assise di Frosinone, che decideva il carcere a vita per i due fratelli, esperti d’arti marziali, di Artena. Confermate invece le pene a 21 e 23 anni per gli altri due protagonisti di questa vicenda, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, accusati di concorso in omicidio. Una decisione, quella della riduzione della pena, prevista dai legali di accusa e difesa, e legata a doppio filo al fatto che non si è mai riusciti a stabilire con precisione chi sferrò il colpo mortale durante il pestaggio del ragazzo inerme.
«Più o meno me l’aspettavo. Ma va bene comunque, nessuna sentenza mi darà più mio figlio. La decisione che ha preso il giudice va bene» ha commentato la madre di Willy, Lucia Monteiro Duarte, al termine dell’udienza con cui la Corte d’Assise d’Appello ha tolto l’ergastolo ai fratelli Bianchi. «Non provo rabbia, non so se è una sentenza giusta o non giusta», ha proseguito la donna. Alla domanda se sente di avere avuto giustizia, Lucia Monteiro Duarte ha detto: «Accetto la giustizia che è stata fatta. Il perdono è un’altra cosa».
«Sulla riduzione di pena, con la concezione delle attenuanti generiche, era una delle previsioni che mi ero permesso di fare, in quanto obiettivamente i fatti si sono svolti in una modalità tale da non consentire un distinguo così netto fra i due protagonisti Bianchi e gli altri due protagonisti Pianchiarelli e Belleggia ai quali già erano state concesse le attenuanti generiche, quindi una decisione che io ritengo processualmente ineccepibile» ha commentato Domenico Marzi, avvocato della famiglia di Willy.
A non essere soddisfatti sono i legali dei fratelli Bianchi, che avevano chiesto l’assoluzione degli assistiti, e che hanno anticipato il ricorso in Cassazione. «Non ci convince la qualificazione giuridica data ai fatti che secondo noi andava inquadrata nell’omicidio preterintenzionale – ha detto l’avvocato Ippolita Naso -, c’erano tutti gli elementi per ritenerlo configurabile. Ora dobbiamo attendere il deposito delle motivazioni per capire come spiegano questa decisione».
Ad innescare la ferocia dei suoi aggressori fu il fatto che Willy intervenne in difesa di un amico in difficoltà, cercando di sedare un principio di rissa. L’aggressione non lasciò scampo al giovane, che lavorava come cuoco, e al quale successivamente il Presidente della Repubblica ha conferito la medaglia d’oro al valore civile alla memoria.