Mobilità

venerdì 14 Luglio, 2023

Trento, Tram e Nordus in città, ecco lo studio: fanno sparire 35mila auto al giorno

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La società Pini Group ha consegnato l’analisi dei 6 scenari di trasporto: via dai mezzi privati il 7-12% dei passeggeri. Nella scelta sarà decisiva la valutazione dei costi

Se oggi ci fossero sia il tram e che il Nordus (ossia il prolungamento della ferrovia Trento-Malè), sulle strade del capoluogo ci sarebbero 35mila auto in meno ogni giorno. Le due nuove infrastrutture arriverebbero ad assorbire fino a 46mila passeggeri giornalieri. L’indicazione arriva dallo studio commissionato lo scorso anno dal Comune di Trento a Pini Group. La società di ingegneria e consulenza ha analizzato 6 diverse combinazioni (o scenari) di trasporto pubblico. I risultati — un documento corposo e denso di calcoli — sono stati depositati nei giorni scorsi in Comune. Il valore massimo raggiungibile, in termini di sostenibilità, è quello appena riportato. Il passaggio successivo sarà la valutazione costi-benefici.

I 6 scenari
Lo studio di fattibilità è frutto di uno accordo di collaborazione fra il Comune, la Provincia e Trentino trasporti. Prima di prendere una decisione sullo sviluppo della mobilità pubblica nel capoluogo, le amministrazioni hanno voluto fare chiarezza su tutte le ipotesi sul tavolo. L’analisi tecnica di Pini Group serve proprio a questo, a fornire tutti i dati, sia trasportici che economici, sulle possibili combinazioni del Nordus (la futura metropolitana di superficie) con il tram, uno dei cavalli di battaglia della giunta del sindaco Ianeselli.
Pini Group è stata chiamata ad analizzare 6 scenari: sono tutti illustrati nel grafico riportato sopra l’articolo. Una delle ipotesi contempla solamente il prolungamento della Trento-Malè fino all’area di San Vincenzo (oggi Music Arena, un domani anche area sportiva), compresa la fermata al futuro nuovo ospedale in via al Desert. Tutte le altre prevedono sia il tram che il Nordus: la copertura fino a San Vincenzo, a prescindere dall’infrastruttura, è sempre garantita.
Solo in uno scenario è escluso il prolungamento della Trento-Malè, quello proposto dalla circoscrizione di Gardolo: anzi la ferrovia si ferma a Lavis e poi da Spini di Gardolo parte il tram fino a Mattarello (San Vincenzo).

Il trasporto pubblico sale del 7-12%
Pini Group si è servita delle celle telefoniche per calcolare il bacino di utenza per ciascuno dei sei scenari. È stata calcolata una forbice di passeggeri che passerebbero dall’auto ai mezzi pubblici: il range va dal 7 al 12%. Cioè da 27mila a 46mila «nuovi» utenti, tenuto conto che ogni giorno si contano 387mila passeggeri sui mezzi privati (auto e moto). Nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) approvato lo scorso febbraio dal consiglio comunale si utilizza un coefficiente di occupazione pari a 1,3: per ogni mezzo privato 1,3 passeggeri. Ciò significa che gli sviluppi della mobilità pubblica toglierebbero dalle strade del capoluogo dalle 20mila alle 35mila auto (e moto) ogni giorno. Le combinazioni tram-Nordus (con differenze minime) assicurano il maggior «guadagno».
«I risultati dello studio — commenta l’assessore comunale alla transizione ecologica Ezio Facchin — superano le aspettative». Come obiettivo, infatti, il Pums prevede entro il 2032 un 14% di passeggeri che passa dai mezzi privati alla mobilità sostenibile, fra trasporto pubblico e mobilità dolce, cioè spostamenti a piedi o in bici. Il contributo del trasporto pubblico è stato stimato in un 6%, l’altro 8% è stato attribuito alla mobilità dolce. Lo studio di Pini Group, invece, dice che tre quarti dell’obiettivo può essere raggiunto solamente con un potenziamento dei mezzi pubblici.

Il cronoprogramma
Da capire se le amministrazioni pubbliche vorranno osare, cioè andare oltre quel traguardo fissato nel Pums, oppure fermarsi all’obiettivo già ambizioso del 14%. La società Alstom Ferroviaria aveva già presentato un progetto pubblico-privato per il tram da Spini a piazza Dante: fra realizzazione e costi di gestione si parlava di una spesa di 280 milioni. Il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (Navip) della Provincia aveva sospeso l’istruttoria in attesa dello studio di fattibilità. Nella scelta sarà decisiva l’analisi dei costi: fino a che punto le casse pubbliche possono sostenere le spese di gestione? Giovedì prossimo lo studio di Pini Group approderà nella commissione ambiente del Comune. Da cronoprogramma il contratto (da almeno un milione di euro) del Progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte) partirà in autunno e si chiuderà nell’estate del 2024.