L'intervista
lunedì 17 Luglio, 2023
di Giovanna Venditti
Si è conclusa, al Castello di Pergine, ARTEinSELLA: pedalate artistiche in Valsugana e concerti a tappe con Neri Marcorè e i musicisti Daniele di Bonaventura (bici e bandoneon), Domenico Mariorenzi (bici, chitarra e bouzuki), Corrado Bungaro (bici, violino e nyckelharpa) e Carlo La Manna (bike e basso). Durante il giorno è stato possibile pedalare insieme con i «musiciclisti» attraversando alcuni tra i luoghi più belli della Valsugana e a fine giornata assistere alle loro performance.
I concerti hanno offerto tre programmi musicali diversi abbinati ai tre colori della bandiera italiana: il verde dedicato ai prati nel parco di Levico, il bianco alle nevi perenni ad Arte Sella, il rosso all’amore e alla guerra presso Castel Pergine. L’iniziativa è stata una collaborazione tra ApT Valsugana Lagorai, Arte Sella e Pergine Festival. Per Neri Marcoré, attore poliedrico, un felice ritorno nel nostro territorio ma una prima in Valle.
Neri Marcorè qual è il rapporto con il Trentino?
«Frequentazione direi costante, anche se questa è la prima esperienza targata Valsugana. Ho lavorato a Rovereto e ho girato un film sul lago di Ledro, ma ci vengo anche in vacanza: è una regione che piace molto anche alla mia famiglia e ogni occasione è buona».
Ci parli, appunto, dell’esperienza in Valsugana appena conclusa.
«Bellissima. È un posto dove la natura può esplodere più rigogliosa che altrove e questa esperienza di unire bici e concerti è un qualcosa che mi riporta ai “Suoni delle Dolomiti”, ai quali mi sono sempre ispirato per RisorgiMarche, il festival che ho ideato per le comunità terremotate e che è giunto alla settima edizione».
Come è stato il rapporto con la gente?
«Conferma ciò che provo ogni qualvolta vengo in queste zone: il giusto equilibrio tra sobrietà e calore, discrezione e affetto; un tassello che aggiungo alla scala delle mie esperienze positive. Sono marchigiano ma vivo a Roma, che è un posto dove non vorrei passare i miei ultimi giorni. Il Trentino o la Sardegna li considero i posti ideali, per il giusto rapporto con le persone e la bellezza dell’ambiente paesaggistico».
Lei è operativo anche a livello sociale. Quali sono i suoi impegni in questa direzione?
«Sono testimonial della lega del Filo d’Oro assieme a Renzo Arbore con un impegno costante per le campagne di raccolta fondi. A queste si aggiungono altre iniziative con associazioni come Cuamm che fa assistenza in Africa ed Emergency, Medici senza frontiere, Sos Mediterrané».
Le tappe di bici e concerti sono state fortificazioni, quindi luoghi di guerra, castelli e siti deputati all’arte. Che emozioni hanno lasciato posti così diversi?
«Sono luoghi maestosi. È positivo che i forti, in quanto luoghi di guerra, si siano trasformati nel tempo in posti di cultura. La bici è poi un simbolo ecologista molto forte e scoprire questi luoghi è stata un’esperienza notevole».
Artista a tutto tondo: attore, musicista, imitatore, doppiatore. In quale ruolo si sente più fanciullo?
«La Musica. In quale mi sento più fanciullo è interessante. Se mi avesse chiesto quale ruolo preferisco è una domanda che mi hanno fatto mille volte e posso solo rispondere tutti. La musica è invece un contatto che mi restituisce il fanciullo che ero; è bella perché è condivisione. Quando si suona insieme ad altri è togliersi di dosso tutte le sovrastrutture e vivere emozioni che arrivano direttamente all’anima».
gli appuntamenti
di Jessica Pellegrino
Non mancano le proposte per i più piccoli: sabato al Museo etnografico trentino di San Michele andrà in scena «Il buono, lo gnomo e il cattivo», un’esilarante commedia dagli ingredienti antichi, ma sempre attuali
l'aquisizione
di Gabriele Stanga
Il procuratore di Trento Raimondi ha incontrato il sovrintendente ai beni culturali, Marzatico, in merito all’acquisto della struttura da parte della società Trentini Latini srl