La sciagura
sabato 5 Novembre, 2022
di Davide Orsato
Una probabilità infinitesimale. Talmente trascurabile risulta impossibile tracciare precedenti specifici in «letteratura». C’è uno studio dell’Inail, datato 2019, che considera tutti gli incidenti nel comparto agricolo. Solo il dieci per cento riguarda i veterinari, e sono quasi tutti piccoli infortuni. Quelli mortali rappresentano meno dell’un per cento.
E dentro quello zerovirgola c’è tutta l’assurdità della morte di Chiara Santoli, la veterinaria roveretana di 25 anni, schiacciata da un bovino di oltre 600 chili. L’unico evento recente che ricordi quanto accaduto giovedì a Custoza, sulle colline moreniche tra Verona e il Garda, è accaduto a Belluno, nel 2018: vittima un veterinario di 51 anni, con molta esperienza. Ma era un toro. Chiara è stata travolta da una mucca. In attesa di riscontri ufficiali, di una parola dalla procura di Verona, competente per territorio, la statistica è l’unica guida nel dramma che è costato la vita di una giovane professionista. Al momento non risultano indagati, e non verrà eseguita nessuna autopsia. C’è stata una visita esterna del corpo, un accertamento di routine disposto dal pm Paolo Sachar.
Ma gli inquirenti che si riservano di poter prendere nuove iniziative nella giornata di oggi. In ogni caso, è arrivato il nulla osta per i funerali, che si terranno domani alle 14.30, nella chiesa della Sacra Famiglia di Rovereto. In questi giorni, a condurre gli accertamenti di rito sono i carabinieri di Villafranca, assieme ai tecnici dello Spisal, il servizio di prevenzione sul lavoro della «Scaligera», l’azienda sanitaria di Verona. I periti riconfermano, sostanzialmente, la dinamica emersa in un primo momento, con qualche differenza.
La più rilevante: Chiara Santoli non stava visitando la mucca che l’ha aggredita ma stava semplicemente transitando nel corridoio della stalla, durante un’ispezione per accertare lo stato di gravidanza del bovino. Un’operazione normalissima, effettuata, peraltro, non in uno stabilimento intensivo, ma in un in un agriturismo con pochi capi: al momento della visita ce ne sarebbero stati al massimo quattro. «Non si tratta della tipica condizione in cui i bovini sono costretti in boxer — afferma Stefania Dolci, dirigente dello Spisal — dunque è non c’erano le condizioni per parlare di eccessivo stress per gli animali».
La morte è avvenuta per schiacciamento, addosso a una transenna: l’animale avrebbe improvvisamente caricato la giovane veterinaria, che lavorava in affiancamento al dottor Pierluigi Buniotto, veterinario di lunga esperienza dell’azienda sanitaria. Un uomo abituato a stalle e a bovini ma che mai ha assistito a una scena del genere. E che ha tentato, invano, di rianimare la giovane collega, morta sotto i suoi occhi.
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