Il caso

sabato 22 Luglio, 2023

Bambina in rianimazione dopo aver mangiato formaggio con latte crudo, aperta un’inchiesta

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La piccola è intubata. Al lavoro i Nas, analisi dell’istituto zooprofilattico

C’è un’inchiesta della Procura di Trento, per ora a carico di ignoti, sul caso della bimba di quattro anni a cui è stata riscontrata la sindrome emolitico-uremica (Seu), malattia causata dal batterio Escherichia coli che l’ha ridotta in gravissime condizioni, tanto da essere ricoverata, da una settimana circa, nel reparto di terapia intensiva della clinica pediatrica dell’azienda ospedaliera di Padova. Al momento la piccola rimane intubata e in prognosi riservata. All’origine dell’infezione che le è stata riscontrata «ci sarebbe verosimilmente il consumo di alcuni prodotti caseari — in particolare un formaggio fresco — in una malga situata sul territorio dell’ex Comune di Coredo» ha fatto sapere giovedì l’Azienda sanitaria trentina con una nota, in cui rivolge un appello «alle persone che prima del 14 luglio hanno acquistato prodotti caseari riconducibili alla malga, indicando loro di non consumare gli alimenti». Un caso, questo, purtroppo non isolato: nell’estate di sei anni fa ce n’era stato uno simile, sempre di un bimbo di quattro anni che aveva mangiato formaggio prodotto con latte crudo di un caseificio della stessa zona, sempre di Coredo. La Procura allora aveva aperto un’inchiesta e lo ha fatto anche ora. Il fascicolo sulla scrivania del pubblico ministero di turno Maria Colpani è, al momento, senza indagati, a carico di ignoti. Ipotizzati il reato di lesioni colpose e la violazione dell’articolo 5 della legge 283 del 1962, in particolare per quanto riguarda l’impiego, la vendita e la somministrazione, o comunque la distribuzione per il consumo, di sostanze alimentari «con cariche microbiche superiori ai limiti che saranno stabiliti dal regolamento di esecuzione o da ordinanze ministeriali». Le indagini sono state affidate ai Nas, Nuclei Antisofisticazione e Sanità dei carabinieri che daranno il via ad accertamenti e verifiche, a partire appunto dalla malga e dai suoi formaggi, sui quali sono ricaduti i sospetti. Malga a cui, da venerdì della settimana scorsa, è stato imposto lo stop alla vendita dei prodotti. I tecnici dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica veterinaria e dell’Unità operativa di igiene alimenti e nutrizione del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria hanno infatti sospeso la produzione e la somministrazione del formaggio della malga. Dalle analisi, di cui si occuperà l’istituto zooprofilattico delle Venezie, le risposte della scienza sulla corrispondenza o meno del ceppo del batterio Escherichia coli che sarebbe stato trovato nel formaggio e quello che ha portato la bambina trentina in un letto di ospedale. Legata a un respiratore, intubata appunto, così come disposto dall’equipe medica che la tiene sotto stretta osservazione. La degenza potrebbe essere lunga. A pregare e sperare per lei non c’è solo la famiglia, al suo capezzale, ma anche un’intera comunità.