Le analisi

domenica 23 Luglio, 2023

Piombo e idrocarburi: ecco cosa sappiamo sugli inquinanti a Trento nord

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All'ex Sloi contaminanti 260 volte superiori ai limiti. Attesa per gli esiti dei sondaggi sotto ai binari

Che il cantiere non fosse una passeggiata lo si sapeva sin dall’inizio. Il progetto della circonvallazione ferroviaria prevede infatti il passaggio della nuova linea merci tra i terreni inquinati delle ex fabbriche Sloi e Carbochimica. La rampa di risalita del tunnel, in particolare, passerà in mezzo a uno dei 41 siti di interesse nazionale (Sin) com’è quello di Trento nord. Le ultime analisi ai confini della Sloi hanno rilevato una presenza di piombo tetraetile 260 volte superiore ai limiti previsti. E più ci si avvicina allo scheletro della fabbrica più aumentano i valori.
Ventuno ettari contaminati
Non a caso i terreni dell’ex Sloi sono finiti sotto la lente dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). I Sin sono le aree più contaminate d’Italia, individuate ai fini della bonifica. Quella di Trento nord si estende per 21 ettari: 11 ettari di aree a terra, cioè ex Sloi e Carbochimica, e gli altri 10 ettari di rogge, cioè circa 7 chilometri di canali dove le due fabbriche sversavano i propri reflui.
Il primo scavo pilota
Proprio qui, in una parte della roggia Armanelli, a pochi metri di distanza dal muro di recinzione che separa il terreno di Rete ferroviaria italiana (Rfi) da quello dell’ex Sloi, lo scorso settembre è stato realizzato il cantiere pilota. Si è scavata una fossa di quattro metri per due — rappresentativa dei lavori del bypass — per capire la quantità di emissioni. Durante gli scavi sono state misurate le dispersioni di inquinanti. Gli esiti delle analisi sono stati rassicuranti: «Le emissioni si sono dimostrate modestissime», ha riferito la stessa Appa.
In quell’occasione sono stati prelevati anche campioni di terreno per aggiornare il grado di contaminazione. E da queste analisi i valori di piombo tetraetile sono risultati 260 volte superiori ai limiti previsti a livello nazionale nei suoli di verde pubblico e residenziali. Che l’area fosse così inquinata si sapeva. Ma lì non si scaverà così a fondo.
Le analisi del soil gas
Si è arrivati così a luglio. Nelle scorse settimane Italferr (il braccio operativo di Rfi) ha concluso i rilievi all’ex Sloi sul soil gas, i gas interstiziali dei terreni inquinati che potrebbero creare problemi alla sicurezza dei lavoratori del cantiere bypass. Anche in questo caso Appa analizzerà i suoi campioni. «Stiamo aspettando i risultati», diceva qualche giorno fa Enrico Menapace, dirigente generale dell’Agenzia provinciale per la protezione ambientale (Appa). In un certo senso sono analisi simili a quelle del cantiere pilota, ma in questo caso senza neanche smuovere la terra.
I carotaggi sotto ai binari
Negli ultimi giorni sono iniziati anche i sondaggi sotto la massicciata della ferrovia che separa l’area ex Sloi dall’area ex Carbochimica, per verificare se si tratti anche lì di aree inquinate e se quindi per realizzare il bypass ferroviario si debba bonificare l’area e prendere misure straordinarie per evitare di disperdere gli inquinanti, tra i quali il pericoloso piombo tetraetile. È la prima volta che si fanno analisi di questo tipo sotto i binari. Si dovranno attendere gli esiti.