Elezioni 2023
giovedì 27 Luglio, 2023
di Margherita Montanari
In testa cinque temi: autonomia, ambiente, salute, welfare e lavoro. La loro declinazione definisce la cornice del programma che tiene insieme la galassia di partiti di centrosinistra. E descrive i valori in cui si identifica l’Alleanza democratica autonomista che sosterrà Francesco Valduga come candidato presidente alle provinciali di ottobre. Una coalizione che deostruisce ogni tassello dell’azione amministrativa della giunta Fugatti. Dall’equità sociale alle politiche di accoglienza, dalla pianificazione di scuola e sanità alla gestione dei grandi carnivori e dei rifiuti.
Il percorso programmatico di coalizione è iniziato il 20 maggio. Ha coinvolto tutti: Partito Democratico, Campo Base, Futura, Azione, Italia Viva, Più Europa, Casa autonomia, Psi e Futuri Comuni. E ieri ha portato al primo risultato: la presentazione delle proposte di coalizione nella cornice della Cantina Endrizzi di San Michele all’Adige,
«Gli incontri di questi mesi hanno cementato la voglia di stare insieme – ha detto il candidato Francesco Valduga – Il programma resta un lavoro in corso. Quello definitivo arriverà a settembre. Anche perché continuano ad arrivare suggestioni che è bene tenere a mente». Ma i capisaldi sono chiari. Per valorizzare l’autonomia, le prime tre mosse riguardano «la salute, la gestione di grandi carnivori e la messa in sicurezza del territorio», ripartendo dalla valorizzazione «dell’identità di territorio di montagna».
Sanità e sociale
In materia di sanità, Valduga presenta due priorità: la pianificazione di una maggiore continuità tra ospedale e territorio («Abbiamo una visione troppo ospedalocentrica») e l’innesto di risorse economiche «per risolvere la situazione delle liste d’attesa», giunte post Covid a «livello patologici». «Il pubblico non può appaltare la sanità al privato. Le persone chiedono qualità e accessibilità dei servizi», la chiosa. Tutto parte dalla necessità di tutelare l’autonomia come bene comune «come diritto e come difesa di competenze e risorse, ma anche interpretato come opportunità di uguaglianza sociale», recita il manifesto presentato ieri a oltre cento candidati e sostenitori.
L’altro filo conduttore delle proposte è l’equità sociale. Partendo dal contrasto alle disuguaglianze e guardando a uno «sviluppo che produca benessere non solo economico». L’equità è interpretata anche come il metro delle politiche fiscali e tariffarie e per definire i trasferimenti alle imprese. Non solo. «Una casa per tutti è un atto di civiltà», le parole. Per il contrasto alle situazioni di vulnerabilità si parla invece di «sostenere maggiormente gli enti del terzo settore». Sul fronte dell’emergenza umanitaria, la coalizione punta da un lato «a interventi di accoglienza diffusa, cancellati dal governo provinciale»; dall’altro a «progetti di reinserimento sociale».
Grandi carnivori
Il candidato arriva presto a parlare di temi caldi. Nel programma compare la creazione di un nuovo Life Ursus. «Non ci devono essere dubbi di fronte alla revisione del progetto – ha affermato Valduga – Non possiamo permettere che le persone non possano vivere il territorio in sicurezza. Abbiamo leggi che ci permettono di assumerci responsabilità in autonomia, e questo vuol dire anche abbattimento e cattura. Allora utilizziamolo».
Scuola
L’equità sociale passa anche dall’istruzione e dalla cultura. La proposta è di un paradigma «dalla scuola delle prestazioni alla scuola della crescita, investendo sulle alleanze educative». Viene bocciato l’allungamento di un mese delle scuole per l’infanzia, per non ridurla «da istituto formativo a servizio conciliativo». «L’innovazione – ha detto il candidato presidente – non va rincorsa allungando il lavoro fino a luglio. Un modello diverso va concertato».
Rifiuti e mobilità
E poi il nodo termovalorizzatore. Il programma distingue: prima la valorizzazione della differenziata, poi «la verifica della possibilità di conferimento all’impianto regionale esistente», e come ultima ratio «il ricorso a un impianto di smaltimento e valorizzazione energetica». «Il Trentino deve dotarsi di un Piano della Mobilità sostenibile», scandisce il programma. Il no alla Valdastico, la spinta verso il trasferimento della mobilità delle merci da gomma a rotaia, il prolungamento dell’elettrificazione della Trento-Malè e il progetto della Rovereto-Riva e della ferrovia delle valli dell’Avisio.
il caso
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