POLITICA

venerdì 28 Luglio, 2023

Elezioni, Divina scende in campo: «Tre liste pronte a sostenermi»

di

L’ex senatore ufficializza la sua decisione di candidarsi alle prossime provinciali: «Al Trentino manca un direttore d’orchestra»

«Il Trentino è come un’orchestra composta da ottimi maestri di musica ma privi di un direttore e di un chiaro spartito». Il senatore emerito Sergio Divina usa la metafora per dire al volgo e all’inclita che il partito-spartito lo farà lui. Disponibile pure a prendere la bacchetta e guadagnare il podio se le urne d’autunno dovessero accreditare con buoni consensi la sua nuova formazione politica «Per il meglio del Trentino». Intanto, domani al Grand Hotel Trento la prova d’orchestra.
Le prime reazioni, a suo dire, sembrerebbero incoraggianti a giudicare dal numero di chiamate.
«Non ero più abituato; sono costretto a tenere il telefonino sotto carica».
Telefonate di complimenti o di insulti?
«Lei conosce già la risposta. Ecco, devo stare con i piedi per terra…».
Senatore Divina, che cosa accadrà domani all’Hotel Trento?
«Sono stato invitato. Andrò a sentire che cosa dicono tutte queste persone che si sono autoconvocate».
Da chi è stato invitato?
«Lei dovrebbe conoscerle. Sono cinque o sei persone che fanno i capifila, seguite da molte altre».
Qualche indicazione non guasterebbe.
«Si tratta di persone di buona volontà le quali hanno preso coscienza che la situazione non va bene e va sbrogliata in qualche modo. Chiedono a me di prendere in mano le redini e di provare a raddrizzare il carro…».
Dopo che l’hanno disarcionata dal Carroccio. Può anticipare qualche nome?
«Assolutamente no. Se volevano farlo sapere al pubblico lo avrebbero detto loro».
Ma domani lo sapremo?
«Domani ci sarà una assemblea nel corso della quale ognuno dirà ciò che pensa e che ritiene utile “per il meglio del Trentino”. Domani tireremo le somme. Andiamo tutti ad incontrarci con la buona volontà di ascoltare e di proporre».
Quando sarà incoronato candidato-presidente?
«Già domani, se le cose andranno come devono andare. Alea iacta est (il dado è tratto) …».
Lo disse Giulio Cesare, citato da Svetonio, il giorno in cui passò il Rubicone senza ripensamento alcuno. Quante liste faranno parte della sua coalizione?
«Sentiamo domani, vedremo. Tre dovrebbero essere già della partita. Poi, domani, magari nasce qualche altro gruppo. Siamo aperti al contributo di tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti dell’autonomia e del Trentino».
Deciso il nome del raggruppamento capofila della coalizione ha già pensato al simbolo?
«Dovrò pensarci. Dovrà essere un simbolo che richiama il mondo dei Civici. Poiché mi hanno cacciato dalla Lega ho le mani libere…».
Si muoverà nell’area di centrodestra o andrà a pescare voti anche sul versante opposto?
«La mia storia è nota. Io sono un liberal, un moderato di centro-destra. Sono convinto che tutte le istanze della società vadano tenute in considerazione. Per la mia formazione culturale sono pienamente in accordo con la sinistra perché siano attuate politiche di redistribuzione del reddito. Però per redistribuire il reddito si deve produrre ricchezza».
E quindi?
«Molta attenzione a un sistema economico che in Trentino sta traballando. Un sistema economico che funziona rende più agevole la gestione amministrativa della cosa pubblica e più forte l’autonomia. Lei sa che noi riceviamo da Roma i 9 decimi delle tasse pagate. Se l’economia funziona abbiamo un buon patrimonio da gestire. Di conseguenza si possono attuare politiche di servizio adeguate alle necessità e ai bisogni degli ultimi».
Lei fa un discorso ecumenico, ancorché utopico.
«In questo senso le politiche di destra e di sinistra a questo punto si devono fondere perché una società deve reggere e per funzionare deve essere armonizzata».
A proposito di redistribuzione, che cosa intende fare con l’esubero dei grandi carnivori?
«Devono prevalere le esigenze di chi in queste zone vive e lavora. La montagna trentina non è la savana. L’antropizzazione è quella che conosciamo e si devono far prevalere le attività economiche, la vita delle persone in montagna, conciliandole con una presenza di animali adeguata».
Quindi prelievo venatorio anche dei grandi carnivori e/o trasferimento dei capi in esubero?
«Non sono il “bounty killer” come si sta facendo passare Fugatti. Se ci fossero nazioni dell’Est Europa disponibili ad accogliere qualche decina di esemplari la soluzione sarebbe a portata di mano».
Si fanno i nomi di Walter Pruner, di Geremia Gios…
«Sarei onorato e felice perché sono persone stimate e perbene. A me non risulta che queste persone abbiamo già dato la loro disponibilità a candidarsi».