Arco
domenica 6 Novembre, 2022
di Gianluca Ricci
«Non siamo contrari alla ristrutturazione della piscina di Prabi. Chiediamo solo che vengano apportate alcune modifiche al progetto in modo da salvaguardare la sua funzione sportiva»: questo l’appello che i cittadini riunitisi nel comitato «Salviamo la piscina di Prabi» hanno lanciato l’altra sera al termine dell’assemblea pubblica a Vigne, dove si sono ritrovati in una settantina per fare il punto della situazione e studiare le prossime mosse. Come ha spiegato ai presenti la portavoce Gabriella Poma, il progetto non tiene minimamente conto della reale utenza.
Lo ha detto a chiare lettere Helene Giovannelli, fresca medaglia d’argento ai World Games negli Stati Uniti e stella nel firmamento del nuoto per salvamento in Italia: «Nuotare per 50 metri senza interruzioni o per 25 non è la stessa cosa: le reazioni del fisico sono differenti. Allenandosi sui 25 per poi gareggiare sui 50 non permette di prepararsi adeguatamente alle gare». È un po’ come se una squadra di calcio, ha spiegato un altro componente del comitato, si allenasse sul campo a sette e poi la domenica giocasse su quello a undici. «Ma l’amministrazione comunale – ha incalzato Gabriella Poma – non capisce. Anzi, mi ha stupito la reazione del sindaco Betta che, nell’unico incontro che abbiamo avuto, ha addirittura stigmatizzato l’agonismo come elemento deleterio per la crescita dei nostri ragazzi». A quel punto è intervenuto Franco Maragno, allenatore nella Ciclistica Dro ed ex professionista ai tempi di Simoni e Pantani: «Sentire questi discorsi fa male – ha detto – perché la pratica dello sport, agonistica o amatoriale che sia, è di grandissimo aiuto nella crescita dei nostri ragazzi. Se chiudiamo la piscina da 50 metri a chi si deve allenare, lo costringiamo a smettere: impensabile fare su e giù da Rovereto tutti i giorni». E a chi sostiene che comunque i ragazzi del nuoto sono costretti ad utilizzare la vasca da 25 metri della piscina di Riva del Garda durante l’inverno perché Prabi è chiusa, Gabriella Poma ha pronta la risposta: «D’inverno ovunque le competizioni si svolgono in impianti da 25 e per questo i nostri atleti non sono svantaggiati. Lo diventerebbero se si decidesse di eliminare la vasca da 50 metri perché d’estate è su quella lunghezza che si gareggia». Presente all’incontro anche la consigliera comunale di opposizione Chiara Parisi, intervenuta, ha detto, per sapere qualcosa di più, visto che in via ufficiale l’amministrazione non ha fatto trapelare nulla: «Il progetto ci è stato presentato vagamente da Amsa al momento del nostro insediamento, ma poi ne abbiamo preso conoscenza solo dai giornali. Ci sarebbe piaciuto un confronto preventivo con tutti, perché a monte non c’è nessuno studio propedeutico». Poco incoraggianti però le parole contenute nell’unico documento relativo all’intervento di ristrutturazione presente sul sito del Comune e lette in sala: l’obiettivo, è scritto nero su bianco, è quello di completare l’offerta turistica del campeggio, poiché a regime potrà ospitare campeggiatori per il 60% e solo per il 40% il resto dell’utenza, a fronte di una netta diminuzione della capacità ricettiva. Per questo si spera rimanga uno spiraglio per un ulteriore confronto.
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