I funerali dei due cacciatori
domenica 6 Novembre, 2022
di Davide Orsato
Dopo i giorni del dolore, per Celledizzo sono arrivati i giorni del perdono. Quelli in cui la comunità si riunisce per salutare le due persone al centro della doppia tragedia: Massimiliano Lucietti, il giovane cacciatore trovato morto lunedì mattina, il cui funerale sarà celebrato oggi pomeriggio. Ieri è toccato a Maurizio Gionta, l’ex forestale, in pensione da pochi anni che ha rinvenuto il corpo del ragazzo. E che poi si è suicidato meno di 24 ore dopo, lasciando un enigmatico biglietto. Ma la comunità della val di Peio ora guarda a un altro giorno, che si augura vicinissimo: quello della giustizia. Dopo la preghiera a Dio è stata quella la prima cosa richiesta, questa volta agli uomini: verità. La verità «capace di squarciare le tenebre», facendo luce su un caso che ha sconvolto una località che vive di turismo e di un rapporto stretto e rispettoso con la natura. I primi a chiederlo sono gli stessi familiari di Gionta, a partire dal cognato Ferruccio che ha pronunciato un’eulogia schietta e sincera: «Avrei preferito il silenzio — ha detto al termine della cerimonia — ma non posso lasciarti andare così perché potresti pensare di aver avuto ragione anche quest’ultima volta. Sei sempre rimasto quello di quando avevamo vent’anni: impulsivo, forte, irascibile, esigente, apparentemente burbero e un po’ sopra le righe. Ma so che questo modo di comportarti con gli altri era uno stratagemma per nascondere la tua intrinseca bontà ma anche la tua estrema fragilità. Ti sei fatto vincere dall’angoscia. E con un colpo solo hai spento la luce nei tuoi occhi e nei nostri cuori». Un mezzo rimprovero che ha ricordato una «situazione difficile» cominciata ben prima del dramma di lunedì. «In tanti ti hanno offerto aiuto — è la conclusione — e in tanti avevano ancora bisogno del tuo. A cominciare dall’anziana madre, da tua moglie e dalla tua famiglia. Ora noi siamo qui per perdonare. Ad altri spetterà il compito di emettere sentenze, sperando che si giunga alla verità».
Per giorni tutta Celledizzo si è trincerata in un rigoroso silenzio, ma ieri ha voluto esprimere commosse parole d’addio la figlia di Maurizio, Federica, che ha parlato anche a nome del fratello Michele, della madre Donatella e della nonna Lina, che ha appena perso un figlio. Nel suo intervento, spazio solo per i bei ricordi: «Ci guardiamo attorno oggi e vediamo quante persone ti vogliono bene. Eri un grande brontolone, ma avevi un cuore grande, e sapevi fare tutto. Ti avrei voluto accanto ancora a lungo, avrei voluto che mi accompagnassi all’altare. Sei stato il grande amore della mamma, che avrebbe voluto invecchiare assieme a te anche se lei (della vicina Pellizzano, ndr) aveva sempre detto che uno di Celledizzo non lo avrebbe mai sposato. Resta vicino a tutti noi, a me, la tua “pìcena”». Erano davvero in tanti, al funerale dell’ex forestale: molti di più dei 300 abitanti di Celledizzo, che hanno atteso pazientemente in una lunga coda per esprimere condoglianze alla famiglia. Il parroco Enrico Tret si è affidato al Vangelo di Giovanni, quel libro del Nuovo Testamento «più avvicina l’uomo e il divino — la riflessione nell’omelia — e che ci insegna che capire Dio è capire anche l’uomo e la sua fragilità».
Oggi alle 14.30 per i funerali di Max Lucietti il comune di Peio ha messo a disposizione il campo sportivo. Attese centinaia di persone, impossibile contenerle nella piccola chiesetta e nel piazzale.
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