Giornata Mondiale della Gioventù

mercoledì 2 Agosto, 2023

La gioventù cattolica a Lisbona, in 250 fedeli trentini per la Giornata Mondiale della Gioventù

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Il tema è «Maria si alzò e andò in fretta», voluto da papa Francesco e che invita a riflettere sulla vita frenetica d'oggi

C’è un concetto fondamentale che sta alla base dell’essere una comunità: il camminare insieme verso un unico scopo.
Per me, per noi giovani della Diocesi di Trento, quel cammino si sta concretizzando in questi giorni nella meravigliosa esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Da qualche giorno siamo in viaggio (in 250), quindi, verso Lisbona, che accoglierà circa due milioni di giovani nella settimana dall’1 al 6 agosto.
La riflessione sulla fretta
Il tema è «Maria si alzò e andò in fretta», voluto da papa Francesco, tema che ci invita a riflettere sulle frette che ci abitano, su quella fretta positiva che ci indirizza verso la comunità, la socialità e le relazioni, e sicuramente non la fretta di chi tiene il capo chino, senza rendersi conto della bellezza attorno a sé.
La partenza e il kit del pellegrino
Con questo spirito siamo partiti sabato scorso, 29 luglio: ci siamo trovati nei giardini della curia per ritirare i nostri «kit del pellegrino» e fare un momento di preghiera iniziale. Subito dopo siamo partiti, in processione con le nostre valigie e zaini pieni di sogni e aspettative, verso il Duomo di Trento, dove con il vescovo abbiamo pregato una veglia. Tantissimi erano gli sguardi incuriositi dei passanti, che guardandoci non capivano, tiravano fuori i cellulari, filmando quel momento di gioia genuina che, forse, abbiamo trasmesso loro solamente attraverso i nostri occhi, i nostri visi e il nostro canto.
Un ideale da difendere
Sono rimasto colpito perché non è facile, oggi, trovare così tanti giovani pronti a condividere, senza vergognarsene, la gioia di vivere esperienze di vita ma soprattutto di vita spirituale così intense. Questa è la nostra forza, il coraggio di difendere a spada tratta i nostri ideali, il coraggio di vivere la vita con genuinità, senza eccessi, perché come dice una delle tante canzoni che siamo soliti intonare: «Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore».
Al termine della veglia, il vescovo ci ha benedetti e ci ha lanciato il suo augurio: «Siamo nati per far vibrare di gioia il volto di chi ci sta accanto, fate sì che al vostro ritorno da questo viaggio, il vostro nome sia diventato per l’altro significativo e il nome di qualcun altro sia per voi lo stesso».
In pullman verso la Spagna
Poi la partenza in pullman, verso le 21.30, una notte di viaggio lungo, impegnativo per alcuni, alla volta della nostra prima tappa, Barcellona, in Spagna. Tempo di chiudere gli occhi, ricordare qualche persona che portiamo nel cuore, ricordare magari la nonna, che tenendoci per mano prima di uscire di casa ci aveva chiesto una preghiera per lei, e poi il sonno.
L’arrivo a Barcellona
Al nostro risveglio Barcellona era a pochi passi: abbiamo lasciato le valigie in hotel (un 4 stelle, una rarità visto che mano a mano che ci avvicineremo a Lisbona i comfort saranno sempre meno) e poi abbiamo fatto una lunga passeggiata per le strade barcellonesi, tra la Rambla e i prodigi di Gaudì, Casa Battlò e Casa Milà, fino alla cattedrale più bella del mondo, la Sagrada Familia.
I nostri occhi hanno visto tanta bellezza in quel pomeriggio, fino a quando poi non ci siamo raccolti nella chiesa di Nostra Signora del Pilar, dove abbiamo celebrato la Santa Messa (visto che era domenica), un momento di riflessione intenso che ha dato il via ufficiale al nostro cammino spirituale in terra straniera.
Alla sera, rientrati in hotel, c’è stato il tempo per rilassarsi, fare due chiacchiere, scambiare idee e sensazioni: questo viaggio ci cambierà e lo farà dal profondo dei nostri cuori.
Il passaggio a Madrid
Al nostro risveglio siamo risaliti in pullman direzione Madrid: la capitale. Contrariamente alle nostre aspettative, là abbiamo speso meno tempo del previsto: qualche incidente in autostrada aveva ritardato la scaletta e quindi siamo arrivati solamente a passare un momento comunitario nella chiesa di Nostra Signora del Buon Successo, ascoltando la catechesi del vescovo Lauro. «Voi siete oro» ci ha detto, riferendosi ai bei momenti passati in pullman in nostra compagnia, dove ha potuto toccare con mano le nostre unicità.
Poco dopo abbiamo celebrato la messa, per poi ripartire in fretta verso i pullman. Una passeggiata a passo molto svelto attraverso la capitale spagnola, toccando alcuni dei suoi luoghi simbolo: da Piazza di Spagna al Palazzo Reale.
Finalmente Lisbona
Poi la notte in Hotel e al giorno seguente la ripartenza: direzione Fatima, dove abbiamo celebrato la messa all’aperto dopo interminabili ore di pullman. E finalmente eccola lì, Lisbona, la capitale del Portogallo e culla di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Dopo aver ritirato i nostri kit del pellegrino nella parrocchia di Arranhõ, siamo andati in quelle che saranno le nostre case per i prossimi giorni: chi in famiglia, chi in qualche palestra scolastica. Un’avventura a tutti gli effetti, e non vediamo l’ora di viverla al cento per cento.
Cosa ci spinge?
Cosa ci spinge, quindi, a fare questa esperienza di fede in un 2023 che sembra aver perso la rotta? Cosa spinge tutti questi giovani in pellegrinaggio verso Lisbona? C’è ancora qualcosa che la Chiesa può dirci? Queste sono le domande che ci abitano, domande che forse troveranno risposta una volta arrivati a Lisbona, domande alle quali forse non c’è bisogno di rispondere. Il tema, ripeto, è la fretta: in questo 2023 verso dove vale la pena di andare? A rispondere sono proprio i protagonisti di questo viaggio: i giovani.
«Viaggio perché…».