i dati
giovedì 3 Agosto, 2023
di Francesco Terreri
A maggio le assunzioni nelle aziende trentine sono state 11.624, cioè 832 in meno dello stesso mese dell’anno scorso pari ad un calo del 6,7%. Sono diminuite soprattutto le chiamate al lavoro nel commercio, ridotte del 16%, nell’industria manifatturiera, scese del 9,1%, e nei pubblici esercizi, meno 9%. Unico settore col segno più le costruzioni: +4,8%. Il totale dei primi cinque mesi dell’anno vede le assunzioni lavorative a quota 53.473, scese di 3.462 unità rispetto al gennaio-maggio 2022 pari ad un calo del 6,1%. In tutto il periodo le perdite maggiori sono dell’estrattivo, -10,4%, e dell’industria, -10,3%, ma il commercio, la ristorazione, il turismo restano negativi anche sui cinque mesi. L’altra faccia della medaglia è che calano le cessazioni dal lavoro, cioè le uscite, i licenziamenti, i pensionamenti: tra gennaio e maggio sono 54.233, con una diminuzione di 4.095 unità pari ad un calo del 7%. Il saldo fra entrate e uscite resta negativo, ma per sole 760 unità, e diventa positivo di 2.789 unità se alle assunzioni aggiungiamo le trasformazioni da contratti a termine a lavoro stabile. In effetti nel periodo continua la stabilizzazione dei posti di lavoro, con i contratti a tempo indeterminato che aumentano del 2,3%. Il lato negativo è che il calo dei contratti a termine coinvolge soprattutto i giovani e le donne: in cinque mesi sono stati assunti 18.452 giovani fino a 29 anni, 2.164 in meno pari ad un calo del 10,5%, e 26.276 donne, 1.958 in meno pari ad una contrazione del 6,9%.
L’aggiornamento della situazione occupazionale in provincia è a cura dell’Agenzia del Lavoro. La struttura guidata da Riccardo Salomone spiega che, nel periodo considerato, «persiste un calo nella attivazione di nuove assunzioni che sembra potersi leggere in chiave di assestamento rispetto allo spunto eccezionale rilevato nel 2022, si accompagna infatti ad una crescita delle trasformazioni di contratto da termine a indeterminato e a un rafforzamento delle posizioni di lavoro con contratto a tempo indeterminato».
Dopo la parentesi di aprile, dice il rapporto, in maggio la domanda di lavoro delle imprese trentine riprende il segno di calo dei primi tre mesi dell’anno. Anche nei primi cinque mesi del 2023 il dato complessivo è negativo. Rispetto ai primi cinque mesi del 2022, però, calano anche le cessazioni lavorative e in misura maggiore. Tanto che il saldo occupazionale, cioè la differenza tra somma di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato e cessazioni lavorative, diventa positivo in tutti i settori di attività, «con la sola eccezione dei pubblici esercizi dove prevale ancora il numero delle cessazioni lavorative, anche se è pressoché sicuro tornerà in positivo fin dal prossimo mese di giugno con le assunzioni legate alla stagione turistica estiva».
Tra le assunzioni dei primi cinque mesi di quest’anno, la riduzione è più forte per le donne (-1.958 e -6,9%) rispetto agli uomini (-1.504 per un -5,2%). Per cittadinanza, è più severa per gli italiani (-3.247 e -7,8%), rispetto agli stranieri (-215 assunzioni e -1,4%). Ancora: il calo delle assunzioni è più forte tra i giovani (-2.164 e -10,5%) rispetto alla fascia centrale dei 30-54enni (-1.749 per un -6,1%). In controtendenza invece i lavoratori oltre i 54 anni, le cui assunzioni crescono di 451 unità e del 6%.
In riferimento alle tipologie d’inserimento al lavoro, si rafforza la stabilità lavorativa, con il tempo indeterminato che cresce di 151 assunzioni e del +2,3% e le trasformazioni dei contratti a termine in tempo indeterminato, che passano dalle 3.063 dei primi cinque mesi del 2022 alle 3.549 del gennaio-giugno 2023, quasi 500 in più per una variazione del +15,9%. Il contratto di apprendistato, in linea con la flessione dei giovani, cala invece di 103 assunzioni e del 4,5%, mentre la flessione è pari a 60 assunzioni e all’1,4% per il lavoro somministrato, a 226 unità per un -4,8% per quello a chiamata, a 3.224 unità per una variazione del -8,2% per il tempo determinato.
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