La storia
domenica 6 Agosto, 2023
di Adele Oriana Orlando
A San Giacomo, una frazione del Comune di Caldes, tutte le mattine Pietro Maini, un signore distinto con gli occhi brillanti e il sorriso sincero, si alza dal suo letto, mangia qualcosa e va in bottega, a fianco a casa. La sua è una storia di falegnami che si ripete da moltissimo tempo, da prima della nascita di Pietro, avvenuta il 20 dicembre del 1937 in una famiglia che contava quattro bambini, di cui lui era l’unico figlio maschio, che su quale mestiere intraprendere non ha mai avuto dubbi. Tant’è vero che all’età di 85 anni, Pietro ha mantenuto quelle abitudini di sempre: è un instancabile falegname che ha ancora un’azienda attiva dove, sostenuto da artigiani specializzati, realizza mobili su misura. «Sono sempre venuto qui – ricorda Pietro -, venivo ad aiutare mio papà, non ricordo quando ho iniziato». Figlio di Antonio, un uomo del 1894, ha seguito le orme del padre, anch’egli appassionato lavoratore che costruiva un attrezzo fondamentale per le valli del Noce: il rastrello per il fieno. Un prodotto, quello realizzato dalla famiglia Maini, composto da tre tipi differenti di legno: i denti realizzati singolarmente erano in ciliegio, il pettén dentro al quale venivano incastrati era di faggio e per il manico veniva impiegato l’abete. Una composizione che aiutava i contadini a lavorare in maniera efficiente. Papà Antonio, però, era un visionario e a inizio Novecento aveva cercato di motorizzare il lavoro, di realizzare delle sagome per la realizzazione del suo prodotto di punta, con macchinari autoprodotti.
Le abitudini e l’economia sono cambiati negli anni, la passione per il lavoro no. Pietro è un uomo semplice, che conserva ancora tutta la genuinità della gente di montagna. In bottega, ancora dopo tanti anni di lavoro, conserva l’eleganza e la signorilità che ha il sapore di altri tempi, di chi al lavoro indossa la camicia, il cappello e una matita sull’orecchio. Abita e lavora da sempre a San Giacomo, dove la bellezza della natura è rimasta quasi totalmente integra. La famiglia Pietro era una di quelle dove ci si faceva bastare ciò che si possedeva e si godeva della meraviglia della vita. «Ho avuto una bella vita – racconta – con tante soddisfazioni. La guerra l’ho appena vista, ho vissuto tranquillamente e ho avuto fortuna. Sono sempre stato qui, mi piace la mia montagna, non ho dovuto nemmeno partire per fare il militare, perché ero figlio unico». Una vita trascorsa tra il legno, i suoi attrezzi ben ordinati e attaccati alla parete, i trucioli sul pavimento e quell’odore di legno che sa tanto di casa e di rifugio sicuro. Quell’odore che, però, Pietro, non sente più, perché è l’odore di casa al quale il suo naso si è abituato. «Al mattino mi sveglio e vengo in bottega – aggiunge -, passo qui il tempo. Ormai sento solo forse quello del cirmolo, ma pochissimo».
Le mani sono quelle di un uomo che ha lavorato tantissimo, di quelle che hanno toccato tonnellate di legna per trasformarle in oggetti utili per le persone che si rivolgevano alla falegnameria dei Maini di San Giacomo. Non solo, l’abilità manuale di Pietro, a un certo punto della sua vita, si è incrociata con l’arte di Paolo Vallorz che esponeva anche a Parigi e per il quale il falegname di San Giacomo ha realizzato delle cornici. E sempre a Parigi, la città dell’amore, Pietro e Aldina hanno trascorso la luna di miele. Ed è l’unico viaggio che Pietro ricorda di aver fatto lontano dalle sue montagne e dalla sua bottega dove ha realizzato tantissimi oggetti. Uno in particolare gli ha regalato maggiore soddisfazione. «Le sedie mi davano una grande soddisfazione, ma ho realizzato anche tanti mobili – rivela – Insieme ai clienti disegnavamo il progetto e poi lo costruivo». C’è ancora tanta passione nella voce di quest’uomo che, mentre racconta la sua vita, tiene un metro di legno in mano, che maneggia, forse per controllare l’emozione forte che prova nel ripercorrere quell’esistenza che lo rende orgoglioso e durante la quale è stato circondato dalla bellezza della natura e dall’amore di una famiglia che ha contribuito a far crescere con la sua dolce sposa, Aldina Silvestri, che ama le rose e nel suo giardino da molti anni ne crescono ancora, di tutti i colori e dal profumo intenso. Lo stesso giardino dove sono cresciuti i figli Antonio, infermiere e sindaco di Caldes, Roberto, che lavora come vigile del fuoco nel corpo permanente e Sergio, diventato ingegnere. In quel pezzo di natura dove ancora si cura l’orto e si allevano galline, dove in una domenica pomeriggio d’estate giocano i nipoti dell’instancabile falegname di San Giacomo, a poca distanza da lui. Lo stesso giardino dal quale, ancora oggi, al mattino si può scorgere Pietro che esce da casa e va in bottega, il posto più importante al mondo.