Comitato sicurezza
mercoledì 9 Agosto, 2023
di Leonardo Omezzolli
Dal tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, riunitosi per fare il punto in seguito all’aggressione mortale costata la vita a Iris Setti è emerso un punto chiaro. Serve una riforma normativa e a tal proposito a settembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi hanno annunciato di voler delineare un decreto sicurezza, con un pacchetto di norme che mira a dare una stretta sulle espulsioni dei migranti irregolari e di quelli problematici.
Espulsioni tramite Cpr
La stesso Molteni lo ha annunciato a conclusione del Comitato sicurezza dichiarando, inoltre, di valutare un aumento delle forze dell’ordine da dispiegare sul territorio. L’accento è stato messo sull’alleggerimento delle norme che permettono l’espulsione degli stranieri irregolari attraverso i Centri per il rimpatrio (Cpr) che il governo vuole aumentare e dislocare in più parti d’Italia. Un elemento che sembra aver focalizzato l’attenzione sugli stranieri quasi dimenticandosi che casi di insalubrità mentale possono avvenire anche a cittadini italiani o regolari. Su questo fronte si è invece espresso il sindaco di Rovereto Francesco Valduga che ha fatto intendere come dal tavolo si sia anche auspicata l’istituzione di percorsi di cura alternativi agli attuali e che siano in grado di togliere dalla società gli elementi problematici per controllarli ed evitare che sfocino in atti drammatici e tragici come quelli accorsi recentemente nella città della Quercia.
A settembre pacchetto sicurezza
«Lo Stato il Governo – ha dichiarato Molteni – non può abbandonare una comunità scossa per un crimine tanto aberrante. Credo fosse doveroso esser qua oggi in rappresentanza del Governo. Ricostruendo il percorso e il profilo criminale del soggetto che ha ucciso brutalmente Iris Setti – continua Molteni – emerge un’attenzione immediata del Governo che ha avvertito la necessità di presentare un decreto, un pacchetto sicurezza, all’interno del quale noi riteniamo che le procedure e le modalità di allontanamento dal territorio nazionale di soggetti pericolosi e violenti come questo, debbano avvenire con la massima rapidità. Quindi – ha sottolineato il sottosegretario – un quadro normativo che non è immutabile e c’è la volontà del Governo per accelerare e avere procedure più semplificate che possano consentire a soggetti con un profilo criminale importante, con patologie legate a nature psichiatrica di non rappresentare un pericolo per il territorio nazionale. Soggetti pericolosi che hanno patologie di vulnerabilità che rappresentano un pericolo non possono stare sul territorio nazionale. La modifica normativa che stiamo studiando in un pacchetto sicurezza più generalizzato va a consentire un allontanamento attraverso i Cpr. C’è un tema legato alla sicurezza c’è un tema legato all’immigrazione ma anche alla gestione sociale e sanitaria dei soggetti vulnerabili a fronte di un flusso migratorio che indiscutibilmente sta subendo un implementazione per l’instabilità che c’è nel Mediterraneo».
Maggior controllo dei casi noti
Il presidente Fugatti ha sottolineato la volontà comune dalle istituzioni nel loro complesso di trattare con maggiore attenzione i casi problematici presenti sul territorio. Fugatti poi condiviso la necessità di regole più stringenti, che permettano l’arresto, la reclusione e l’espulsione dei soggetti critici, e questo soprattutto in presenza di profili psicologici che richiedono una specifica attenzione e percorsi efficaci e mirati, proprio per assicurare la sicurezza pubblica. Per il Presidente, inoltre, dal tavolo è emersa la necessità di ripercorrere i percorsi di controllo del caso specifico di Nweke Chukwuka per capire se qualcosa sia stata tralasciata o se si poteva intervenire in modo differente.
Controlli sui servizi
«Durante il comitato per la sicurezza – ha spiegato Fugatti – è emerso il tema del controllo di quanto avvenuto e tutti i percorsi verranno controllati attentamente. Abbiamo poi sottolineato la volontà delle istituzioni nel loro complesso di affrontare alcuni casi che ci sono sul territorio con caratteristiche psicologiche particolari che devono essere trattati, anche alla luce di quanto accaduto, con maggiore attenzione». Non è però chiaro quanti siano questi casi da monitorare attentamente sebbene Fugatti confidi che «giocoforza gran parte di loro siano stranieri».
Non solo stranieri
Ci ha pensato il sindaco Francesco Valduga a ricordare e a mettere un punto sul fatto che non tutti i casi problematici siano strettamente connessi con la nazionalità di appartenenza del soggetto. Proprio per questo ha specificato che le attenzioni si vorranno dare a tuttotondo auspicando anche un intervento che miri non solo all’espulsione ma che approcci i casi limite, e oggi dichiarati in un limbo normativo, di essere presi in cura con strategie e metodologie alternative e mirate. «È stato importante fare questa revisione del percorso perché effettivamente ha potuto dimostrare come il lavoro dal punto di vista della sinergia tra forze sul territorio è un dato di fatto – certifica Valduga -. Ci sono delle situazioni in cui, si è in un limbo normativo nella possibilità di gestione. Abbiamo accolto con favore l’impegno a rivedere le norme che non consentono alle istituzioni che fanno parte del sistema un intervento efficace su alcune situazioni che hanno poco a che fare con il monitoraggio del territorio. Prendiamo atto con soddisfazione anche della disponibilità a ragionare su percorsi che rendano possibili cure diverse per questi soggetti che quando si manifestano dei segni di squilibrio non possano essere intercettati dal sistema per essere tolti dalla comunità e avviati a un efficace percorso di cura».
Lo sfogo della Pm Del Tedesco
Poco prima dell’incontro la Pm Viviana del Tedesco si è sfogata con i rappresentanti locali presenti al tavolo innescando un vivace dibattito con Valduga. «Se non c’è fiducia nelle istituzioni – ha precisato seccata la Del Tedesco – e in tutti quelli che lavorano è un problema veramente grosso. Le forze dell’ordine sono sempre in prima linea in situazioni di pericolo». Valduga ha quindi precisato che il tavolo si è riunito perché «è il sistema nel suo complesso che deve farsi delle domande».
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