Il lutto
venerdì 11 Agosto, 2023
di Redazione
La morte di Michela Murgia, che se ne è andata a causa di un tumore, ha lasciato un segno profondo nel paese. Lo testimoniano i tanti messaggi affidati ai media così come ai social da personalità, ma anche da cittadini. « Quel tuo ultimo sorriso, donna luminosa, lo porterò sempre con me». Così Geppi Cucciari saluta sui social Michela Murgia. «Siamo veramente tristi, Michela Murgia ci ha lasciati. Ha combattuto fino alla fine contro il male che la stava uccidendo, ma purtroppo ora è partita per l’ultimo viaggio. Addio Michela, non ti dimenticheremo mai» scrive la Rete Italiana Antifascista ricordando la scrittrice che a lungo si era spesa in difesa dei valori antifascisti dell’Italia repubblicana e costituzionale. «Ci eravamo messaggiate da poco e non potevo immaginare che tutto precipitasse così velocemente: un grande dolore e una immensa e troppo precoce perdita. Ci mancherà il tuo pensiero lucido e mai banale», il messaggio affidato ai social da Vladimir Luxuria. «Le persone come Michela Murgia sono corrosive. Perché, appunto, corrodono, intaccano i poteri, non ne sono comode stampelle. Indicano una direzione, un cammino da intraprendere. Raccontano di diritti e di libertà». Lo scrive sui social Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. «Ma l’amor mio non muore». È la frase scelta da Roberto Saviano per dire addio a Michela Murgia, la scrittrice sarda, malata da tempo di un carcinoma al quarto stadio, morta ieri all’età di 51 anni. Saviano e Murgia erano amici, ma i messaggi di ricordo e affetto sono trasversali.
La politica
«Una preghiera», scrive il ministro Matteo Salvini postando una foto della scrittrice. «Lotteremo insieme sempre, perché ci sarai sempre e vinceremo noi», l’addio del deputato Pd Alessandro Zan.
Michela Murgia «è stata una donna unica nel panorama italiano: una scrittrice, un’intellettuale, un’artista, una voce libera, una femminista con un occhio dissacrante verso le convenzioni e le ipocrisie. Una persona interessante che amava le provocazioni e la sfida a viso aperto», scrive la deputata Pd Laura Boldrini in un lungo post. «Ha vissuto a modo proprio, Michela, con la sua famiglia queer, circondata da affetto. Con le scelte radicali della sua vita e anche con la sua morte, ha dimostrato intelligenza e impegno politico. Di questo e di molto altro le saremo sempre grati».
I figli dell’anima
Michela Murgia, la scrittrice scomparsa ieri, non aveva figli naturali ma aveva spesso raccontato la sua famiglia queer, di cui fanno parte anche i suoi 4 «figli dell’anima». Si tratta di Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei. «Camminiamo verso altre notti insonni a raccontarci i segreti, a immaginare nuovi orizzonti, a prenderci cura delle persone che amiamo. Benvenuta nella nostra nuova vita. Bentornata a casa, Shalafi amin», scrive Francesco Leone sui social. «Ciao bella», le parole di Alessandro Giammei.
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