Grandi opere

domenica 13 Agosto, 2023

Bypass, le bonifiche a carico di Rfi costano 30 milioni di euro

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Tonina: «Tocca a loro ripulire Scalo Filzi e aree inquinate»:

I 2 milioni di euro per le analisi degli inquinanti di Trento nord ottenuti nella legge di bilancio nazionale grazie all’emendamento delle deputate Sara Ferrari del Pd e Vanessa Cattoi della Lega serviranno tutti per fare le analisi non solo del sedime ferroviario su cui verranno posati i nuovi binari della circonvallazione, ma anche delle aree circostanti, dentro e fuori il Sito di interesse nazionale (Sin), e in particolare sull’area ex Scalo Filzi, come chiesto dalla Procura della Repubblica di Trento, che ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale, e come concordato in questi giorni tra Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Agenzia provinciale per l’ambiente (Appa). Per effettuare la vera e propria bonifica, però, servirà molto di più. Per le porzioni di terreni ex Sloi ed ex Carbochimica toccate dal bypass – una parte dei 10 ettari del sito – si viaggia su almeno 8-10 milioni di euro l’ettaro. Sulle aree fuori dal Sin – lo Scalo Filzi si estende per 4,5 ettari – dove sono stati trovati e sono da tempo monitorati dall’Appa inquinanti arrivati da Sloi e Carbochimica, la spesa dovrebbe essere inferiore. Per la bonifica del recente ritrovamento di catrame e sostanze oleose in un’area più limitata, si è parlato di 500mila euro. Dipende naturalmente da quanto si troverà. Una cosa però la Provincia, d’accordo col Comune, la sottolinea: qui tocca a Rfi pagare. E il conto può arrivare ad alcune decine di milioni di euro, almeno 30.
«Le analisi servono a comprendere meglio la situazione – afferma il vicepresidente della giunta provinciale Mario Tonina – I 2 milioni trovati dalle due onorevoli di schieramenti diversi, con una richiesta quindi trasversale alle forze politiche, serviranno tutti a questo scopo. Ora però bisogna procedere alla bonifica. è un tema che non si può più posticipare, indipendentemente da chi vincerà le elezioni di ottobre. Deve essere una priorità nella prossima legislatura: se non lo fai ora che c’è questo grande cantiere, rischi di lasciare a lungo alla città questa polveriera. La sintonia su questo con il Comune è importante. E dovremo superare il contrasto con i privati». Ma intanto la bonifica del terreno sequestrato dalla Procura e gli eventuali altri interventi nelle aree limitrofe chi le paga? «Tocca a Rfi pagare – dice Tonina – Servirà qualche decina di milioni».
Intanto continuano le segnalazioni sui problemi di inquinamento nelle aree del cantiere del bypass e in quelle vicine. «Mi sono giunte numerose lamentele corredate da documentazione fotografica da parte di alcuni residenti di via Brennero, circa la condizione che sarebbero costretti a subire a causa delle nuvole continue di polvere che si levano dal cantiere del bypass ferroviario, precisamente dalla parte dove sono in corso le demolizioni degli edifici – afferma la consigliera provinciale di Fratelli d’Italia Katia Rossato – Cittadini costretti a tenere le finestre chiuse in queste calde giornate d’agosto per evitare di ritrovarsi la casa piena di polvere, ma anche alcune testimonianze di persone che riferiscono di avvertire da diverse ore degli odori anomali fortissimi e bruciore agli occhi e alla gola, pensando addirittura di avvalersi dell’assistenza del Pronto soccorso». Rossato ricorda che la mitigazione delle polveri era prevista nel progetto del bypass.
«La situazione di Trento Nord è ambientalmente da decenni notoriamente pregiudicata, tanto che si tratta di un sito inquinato di rilevanza nazionale, con relative risorse ministeriali come la bonifica delle Rogge col finanziamento milionario statale – sostiene dal canto suo il dirigente provinciale Roberto Andreatta – Se non ci fosse stata la vicenda del bypass, la maggior parte dei cittadini avrebbe probabilmente proseguito nella ridotta consapevolezza di quanto avvenuto in passato e della portata del tema. I rilievi monitorati negli anni a cura di Appa hanno definito misure di sicurezza per le matrici ambientali al fine di scongiurare problemi alla salute, ma serve serietà e competenza per maneggiare dati ambientali, non improvvisazione».