Ambiente
martedì 15 Agosto, 2023
di Samanta Deflorian
Il cuore di un bosco con abeti, larici e zirmi si è fermato: il Zirmo dei Zochi Alti, un pino cembro secolare sito nel centro della foresta demaniale di Cadino (nel comune di Valfloriana) a 1800 metri di quota, ha terminato il suo ciclo vitale. Si tratta di un albero monumentale di 25 metri di altezza e una circonferenza al suolo di circa cinque metri e mezzo. Monumentale non è solo un aggettivo per definirne le maestose dimensioni, ma un vero e proprio riconoscimento che lo inserisce a pieno diritto nell’elenco degli Ami – alberi monumentali italiani – i fusti che si distinguono per età, dimensioni eccezionali e elementi di pregio naturalistico, culturale, storico, religioso.
Il Zirmo dei Zochi Alti prende il nome dalla località in cui si trova. Il grosso tronco principale, a circa due metri di altezza, si suddivide in ben 13 tronchi che si diramano stagliandosi verso l’alto, conferendo alla pianta una particolare forma a candelabro. Una forma alquanto insolita per un pino, dettata da danneggiamenti che la pianta si porta appresso nell’arco della vita, e ai quali risponde con un messaggio biologico che invita i rami a ripiegarsi all’insù per formare una nuova cima.
Questo pino cembro è da sempre noto agli abitanti della valle di Fiemme. Il suo rinsecchimento non è stato un evento improvviso. Nel censimento degli alberi monumentali del 2015/2016 la pianta vegetava, ossia era viva, ma alcune branchie già erano secche. Una secchezza fisiologica, vista l’età. In questi casi si parla infatti di piante «vetuste». L’anno 2022 è stato un anno nefasto per il bosco in generale, e in particolare per piante come questa, già deboli. La siccità prolungata e le temperature elevate hanno favorito l’ingresso di un coleottero sotto la corteccia, il ben noto bostrico, che è quindi imputabile come agente finale della morte dell’albero.
Il Zirmo dei Zochi Alti, ormai di colore rossastro e con tutti i rami secchi, svetterà nel bosco ancora per molti anni. Trovandosi in alta quota è soggetto a un degrado più lento grazie alle temperature (solitamente) più rigide a alle stagioni vegetative più brevi. Finché le caratteristiche strutturali lo permetteranno rimarrà in piedi, testimone plurisecolare del tempo che passa.
L'intervista
di Benedetta Centin
L'11 gennaio scorso l'operatrice olistica fu uccisa dall'ex compagno Igor Moser, padre dei suoi figli. «Non ci disse nulla per proteggerci. L'omicida? Rabbia»