il ricordo

sabato 19 Agosto, 2023

Ermanno Salvaterra, il ricordo della sua comunità: «Tenace e generoso, burbero dal cuore grande»

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L'alpinista trentino è morto ieri sul suo amato Brenta: «Persona eclettica, ha trasmesso ai giovani di Pinzolo la passione e l’amore per la montagna»

Ermanno Salvaterra è stato «una persona speciale, un vero talento come uomo e come amico, come alpinista, arrampicatore, sportivo, scrittore e cittadino del mondo». Poche parole per tratteggiare una persona cara, che ha lasciato molte cose in sospeso, un racconto, una risata, un aneddoto, una bevuta o semplicemente un sorriso.
A Pinzolo, il suo paese, come a Massimeno, sua dimora nel bosco, Ermanno Salvaterra è ricordato per «il suo amore per natura, neve e roccia» ma anche «per lo spirito gioviale, burbero ma scherzoso».
«In questo ferragosto Pinzolo ha avuto una grande perdita» afferma il sindaco Michele Cereghini, che lo ricorda «persona eclettica, amico della montagna che aveva trasmesso, anche scalando con tanti giovani di Pinzolo, la passione e l’amore per la montagna. Lascia un vuoto ai tanti che, davanti a un bicchiere di vino apprezzavano i racconti delle sue avventure». «La vita va vissuta — ricorda Michele Cereghini — e lui ha vissuto intensamente la sua e le sue passioni fino in fondo. E anche nel suo ultimo minuto di vita era a casa sua, sul Brenta che lui amava». Cereghini lo ricorda «maestro di sci»: «Nel 1988 ha fatto il record del chilometro lanciato sugli sci con 211,64 chilometri all’ora, diventando campione italiano».
«Sono qui che piango». Con queste parole Giuseppe Ciaghi ci apre il cuore al ricordo intimo e personale di Ermanno. «Avvilito sto pensando a lui. Per me è un adulto rimasto un eterno bambino. Una persona libera, amante della natura che aveva la capacità di sopportare il dolore e la sofferenza. Persona corretta, buona, disponibile e soprattutto sincero. Come professore l’ho avuto alle medie, gli ho fatto un po’ da tutore perché non ascoltava suo padre Adolfo che me l’aveva affidato. Ermanno — ricorda commosso — mi ha dedicato una via sul Cerro Torre, aperta con Alessandro Beltrami». Conclude così Bepi Ciaghi: «Oggi sono veramente distrutto, mi sembra di essere isolato e solo».
Per Carla Maturi, responsabile della Biblioteca comunale di Pinzolo, Ermanno era «un finto burbero». Aveva un aspetto «quasi da selvatico, da uomo dei boschi e della montagna. In realtà nascondeva un cuore grande, di persona molto disponibile»
Ieri a Pinzolo tutte le iniziative d’intrattenimento turistico-culturale sono state annullate per rispetto del grave lutto che ha colpito la famiglia Salvaterra, dalle sorelle Flavia, Luisa e Laura al fratello Marco presidente della Pro Loco. L’unica iniziativa svolta in serata è stata il festival «Più Piano» nella chiesa di San Viglio. «Musiche quasi da preghiera — spiega Carla Maturi — saranno alternate con brani scritti da Ermanno Salvaterra. Si tratta di una sorta di veglia laica in suo onore».
Ermanno Salvaterra era un ottimo scrittore, i suoi libri — Patagonia, il grande sogno (2021); Semplicemente fantastici. Storie di gnomi e streghe (2011); L’uomo del Torre. Pensieri nel vento (2011) — e a lui è stato dedicato il volume de La Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera nella collana «I Grandi Alpinisti» (2021).
Norman Masè, sindaco di Massimeno: «Per noi era una persona speciale e la notizia della sua morte ci ha colpito molto» Nella recente sagra di San Rocco del 17 agosto, Salvaterra con le Guide alpine ha organizzato e promosso la scalata del campanile. «Negli ultimi anni si era avvicinato tanto alla Comunità e all’Amministrazione, una persona presente e partecipe alla vita del paese, lo ricordiamo con grande amicizia e affetto».
In tutta la Rendena è scesa una cappa di dolore, improvviso e inaspettato e, all’unisono il sessantottenne Ermanno Salvaterra è ricordato per le sue doti di «caparbietà, dedizione, impegno, grinta, tensione al risultato, ma anche un’innata e disinteressata generosità, schiettezza e sincerità».