Il dolore
sabato 19 Agosto, 2023
di Davide Orsato
Lo hanno visto all’ennesima immersione, una delle tante in tre giorni senza sosta. Era incastrato sotto un masso, a circa un metro e mezzo di profondità. A solo pochi metri di distanza, come ipotizzato, dal luogo del bagno ferragostano, nel Sarca, poco lontano dalla centrale di Fies, a Dro. Massimo Pizzoli è morto subito, nel giro di pochi istanti. La forte corrente del Sarca, rafforzata dai temporali degli ultimi giorni, lo ha trascinato per una decina di metri, facendolo con tutta probabilità, sbattere contro un ostacolo. Il ritrovamento del giovane veronese, 25 anni, è avvenuto poco dopo le 16. A recuperarlo gli operatori del Saf, il nucleo speleo alpinistico fluviale del corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento. Gli stessi che, assieme ai pompieri volontari di Dro, attivi nel coordinamento delle operazioni e nella ricerca a piedi, non hanno mai smesso di cercare il giovane, a partire da pochi minuti dopo che, nel tardo pomeriggio di Ferragosto, era stato lanciato l’allarme. La «svolta» è arrivata dopo l’ultimo abbassamento del livello del fiume, utilizzando le chiuse a monte. HydroDolomiti ha ridotto la portata al minimo, più di così non si poteva fare. È servito: dopo tanti tentativi con i droni e con le sonde è stato notato qualcosa non lontano dalla teleferica di un vicino parco divertimenti specializzato in zip lines. I vigili del fuoco avevano capito che si doveva trovare in quella zona, dopo aver ritrovato alcuni effetti personali, tra cui delle scarpette da bagno, utilizzate per toccare il fondale roccioso senza farsi male. Il corpo del giovane, assicurato a una barella, è stato portato alla più vicina camera mortuaria e messo a disposizione dei familiari. Tra loro c’è, in particolare, il padre Roberto, che ha perso in questo modo tragico il suo unico figlio. Era un legame davvero forte quello tra loro due, e non solo per il vincolo di sangue: Massimo era «collega» ed erede dell’attività su cui papà Roberto aveva investito tutta la sua vita: l’agriturismo «La cubana» di Asparetto, piccola frazione di Cerea, nella Bassa Veronese. Un agriturismo tra più noti nella zona e frequentato anche da molti politici locali. Tra di loro anche l’ex senatore della Lega nonché sindaco di un comune limitrofo, Concamarise, Cristiano Zuliani. «Per noi erano praticamente nostri concittadini – afferma – Massimo era assieme al padre un grande lavoratore e un bravo ragazzo, lascia un vuoto incolmabile in tutti noi. Recentemente avevo condiviso con loro momenti di festa, siamo di fronte ad una morte assurda, non ci sono parole per definirla». Quanto al padre, la sua scelta è quella del silenzio. Per giorni ha seguito le operazioni sapendo benissimo che non si poteva trattare di salvataggio. Era arrivato a Dro, di corsa, dopo aver saputo che Massimo era scomparso davanti agli occhi degli amici, nella serata di martedì. Per la prima notte aveva trovato ospitalità nella caserma dei vigili del fuoco. Non se n’era più andato. Il figlio Massimo aveva scelto di specializzarsi in «cucina del territorio», valorizzando i sapori locali in quel locale dal nome esotico, chiamato così in onore della madre, originaria proprio di Cuba. Padre e figlio avevano vinto nel 2019 un premio alla Fiera del riso, per un piatto di loro invenzione, il risotto con guanciale, cavolo cappuccio e ricotta affumicata. La gita di Ferragosto doveva essere un’occasione per evadere un po’. Una meta decisa all’ultimo momento insieme agli amici, delle tende per dormire all’aperto, un po’ di avventura. Poi il bagno fatale, un’immersione innocua ma che si è rivelata pericolosissima, proprio come temuto da alcuni dei presenti, che avevano invitato il giovane cuoco a stare alla larga dalle acque del Sarca.