Lavoro

giovedì 24 Agosto, 2023

Colpo di calore, sindacati: «Con temperature sopra i 35° le attività vanno fermate»

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Fillea e Feneal analizzano quanto accaduto a Riva e si dicono pronti a collaborare con le imprese su un protocollo condiviso per ridurre i rischi
Cantiere (Foto Pexels)

Un colpo di calore ha messo in pericolo il giovane operaio di 33 anni ieri, mercoledì 23 agosto, all’interno di un a Riva del Garda. C’è preoccupazione tra le varie firme sindacali, per quanto accaduto. Fllea e Feneal Uil hanno però ricordato che ci sono regole e strumenti che consentono di ridurre l’impatto delle alte temperature sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici, in particolare nei settori più a rischio come è l’edilizia. «Con temperature come quelle registrate in questi giorni le imprese devono fermarsi e attivare la cassa integrazione. Non ci sono altre strade» affermano i segretari di Fillea Cgil e Feneal Uil, Giampaolo Mastrogiuseppe e Matteo Salvetti, esprimendo nel contempo vicinanza al lavoratore e preoccupazione per le sue condizioni di salute.
I sindacati ricordano che Inps e Inail prescrivono una serie di azioni da mettere in campo per prevenire i colpi di calore. A 35° l’attività può essere sospesa. Questa la soglia è considerata da Inps non solo per le temperature reali, ma anche percepite, nel caso di particolari lavorazioni tra le quali «i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore». La sospensione dell’attività è chiaramente l’azione più incisiva, ma ci sono un insieme di buone pratiche da mettere in campo per evitare di incorrere nel colpo di calore, come il cambio dei turni, spostando la lavorazione la mattina presto e nelle ore pre-serali, quando possibile, l’aumento delle pause. È fondamentale anche che ci sia a disposizione dei lavoratori acqua e una zona d’ombra. I sindacati sono pronti a condividere con le associazioni datoriali un protocollo d’intesa su flessibilità oraria, turnistica e misure di prevenzione.
I sindacalisti rilanciano il ruolo del responsabile per la salute e la sicurezza territoriale. «La presenza degli Rlst in cantiere – proseguono – garantirebbe un monitoraggio costante della situazione, quindi si potrebbero prevenire le situazioni di rischio. La contrarietà delle aziende su questo tema non ha permesso di fare alcun passo avanti da anni, purtroppo».
Riguardo alle presunte difficoltà denunciate da Ance per l’attivazione della cassa integrazione per le condizioni meteo da parte di Inps Fillea e Feneal non nascondono stupore. «È incomprensibile che Inps contravvenga alle sue stesse circolari. Se così fosse siamo pronti a fare fronte comune con le imprese per chiarire questa situazione» aggiungono Mastrogiuseppe e Salvetti che sottolineano anche l’urgenza che il Governo nazionale intervenga con una misura chiara e netta che imponga la chiusura dei cantieri se si superano i 35 gradi. «Chiedere la sospensione non può essere solo una facoltà», concludono.