sabato 26 Agosto, 2023

Laurenzano: «A casa in Calabria riaccolto da campione. Niente nazionale? Lavorerò di più»

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Il giovane libero della Trentino Volley si racconta: «Mancherà Kaziyski, ma gli daremo filo da torcere»

Quanto si può crescere in un anno? Chiedetelo a Gabriele Laurenzano. Il libero di Rossano, cittadina di quasi 37.000 abitanti in provincia di Cosenza, in Calabria, esattamente 365 giorni fa arrivava a Trento, fresco di esame di maturità e della sua prima stagione in Superlega a Taranto. Un salto non indifferente, a 19 anni: dalla lotta per la salvezza a giocare come primo libero in una delle squadre più titolate e ambiziose d’Italia. Italia che ha attraversato senza timore, per trovare al nord il calore di un pubblico che subito si è affezionato a quel ragazzo solare e impegnato, tanto da meritarsi all’esordio subito il titolo di mvp. Italia che gli regala gioie e dolori. Il riferimento in questo caso è alla nazionale: dopo il titolo all’Europeo Under20 lo scorso anno, in estate Laurenzano ha giocato i mondiali Under21 mettendosi al collo una medaglia d’argento. «Brucia un pochino, ma la valuto comunque come un’esperienza positiva. Siamo arrivati fino in fondo anche in questo caso, peccato per il finale». Oltretutto, è stato proprio tornando a indossare quella maglia che Gabriele ha realizzato cosa aveva coronato solo poche settimane prima, in quell’indimenticabile 17 maggio: «Ho visto che i miei compagni in campo mi cercavano molto di più, si fidavano di me, nei momenti difficili ero io quello che doveva supportarli. Mi sono sentito investito del ruolo di leader in maniera del tutto naturale. Esattamente come avevo fatto io coi compagni più grandi appena arrivato a Trento. Ho capito che la vittoria dello scudetto mi ha reso ai loro occhi un punto di riferimento».
Peccato non aver potuto provare le stesse emozioni con la nazionale senior: «Non è arrivata nessuna chiamata da De Giorgi» ammette Laurenzano. Che, ben lungi dall’abbattersi, accetta questa nuova sfida: «Significa che devo lavorare e impegnarmi ancora di più per poterla ricevere, magari, la prossima estate».
Dopo gli impegni in azzurro, è arrivato l’azzurro del mare, quello che per Laurenzano è casa. E lì, a Rossano, cittadina dove è nato il 12 giugno del 2003, è arrivata la seconda ondata di presa di coscienza di quanto fatto nell’ultimo anno a Trento: «Sono partito come un giocatore in cerca di affermazione. Mi hanno riaccolto come un campione. È stato bellissimo riabbracciare la famiglia e gli amici di sempre. Sono abituato fin da piccolissimo a non stare a casa, non avevo ancora 13 anni quando sono stato chiamato a Castellana Grotte. La Puglia non è distante, ma io ero piccolissimo. Il primo anno facevo la spola, compiuti 13 anni mi sono trasferito definitivamente, anche se tornavo comunque molto più spesso. In una società importante come Trento, che corre per tutti i principali tornei, si gioca in media ogni tre giorni e non ho avuto un attimo per staccare e ritrovare gli amici. Quindi me li sono goduti questa estate. Mi hanno festeggiato come uomo, mi hanno gratificato moltissimo come atleta».
Del resto, nemmeno a Trento Gabriele non si è mai sentito solo. Un po’ perché il gruppo che ha costruito coi compagni di squadra va oltre l’intesa puramente sportiva. Un po’ perché mamma Fiorina e papà Pasquale hanno macinato chilometri su chilometri per vederlo giocare in gialloblu il più possibile. Sono loro che gli hanno trasmesso la passione per lo sport: papà era un asso del calcio, lo sport a cui anche Gabriele era dedito prima del volley. L’appassionata di pallavolo è invece la mamma, che giocava proprio come libero nella Pallavolo Rossano. E che, una volta diventata mamma -di Federica prima, di Gabriele poi, ha voluto portare i due figli con sé per non dover rinunciare agli allenamenti.
«Mamma è qui anche questa settimana per aiutarmi con il trasloco» ci racconta Gabriele, che se sente la mancanza della sua terra lo nasconde bene. «Amo Rossano e il mare della Calabria, ma di Trento mi è piaciuto subito tutto, polenta compresa. Sto davvero tanto bene qui». Quanto si può crescere in un anno, ci chiedevamo. E quanto lo si può fare ancora, dopo aver centrato l’impresa di vincere lo scudetto con una squadra giovane e affiatata, ma non certo la favorita sulla carta. «Io credo che invece potremo fare anche meglio dello scorso anno – ci smentisce subito Laurenzano – perché, in fondo, se pensiamo per esempio alla Champions o alle finali di Coppa Italia e Mondiale per Club, qualcosa ci è mancato. Poi ci siamo abbondantemente rifatti, ma qualche rivincita da prendermi la conservo per questa stagione al via. Certo, ora le aspettative nei nostri confronti si sono sicuramente alzate e noi lo sentiamo. Non è mai facile partire da favoriti. Ma abbiamo un gruppo già ben rodato in cui si inseriscono un opposto di ruolo e un centrale che credo possano dare quel qualcosa in più».
C’è anche un nuovo mister. «Con Soli ci siamo già parlati e abbiamo aspettative reciproche molto importanti. Di lui ho sentito parlare da tutti molto bene, mi aspetto davvero una grande annata».
Cosa mancherà? «Sicuramente il talento e la personalità di K (Matey Kaziyski, ndr) sia in campo che in spogliatoio, ma vedremo di dare del filo da torcere pure a lui».