La questione

sabato 26 Agosto, 2023

Migranti, è scontro. Salvini: «Italia non è punto di arrivo di mezzo mondo». Schelin: «Retorica di odio portata agli estremi»

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Uno dei temi che infiamma la politica tutta

«L’antifascismo italiano è una fase storica che è bene ricordare in un momento come questo dove vediamo troppi, pericolosi rigurgiti di nazionalismo e soprattutto di negazionismo della storia con pensiero che possiamo ancora definire fascista» ad affermarlo è Elly Schlein, dal palco del congresso del Partito socialista svizzero, a Bienne oggi, sabato 26 agosto. La segretaria del Pd, nativa di Lugano, tiene il suo discorso in italiano dopo una breve introduzione in tedesco e in francese. E non mancano le critiche al governo. Cita più di una volta Giorgia Meloni e lo fa, in particolare, con riferimento alla questione migranti e alla lotta alla povertà, per cui rilancia la battaglia per il salario minimo (raggiunta quota 350mila firme). «Non bisogna combattere i poveri, ma la povertà. Vi voglio raccontare che in Italia stanno facendo il contrario. Il governo di Giorgia Meloni ha cancellato il fondo per l’affitto di 330 milioni. È come se vivessero in un altro Paese: non vedono l’emergenza legata al diritto fondamentale alla casa. Quando sono arrivati, hanno cancellato l’unico strumento di sostegno al reddito contro la povertà e sapete come l’hanno comunicato a 169mila famiglie? Con un sms. La destra italiana ha scritto in una legge che puoi essere povero soltanto se nella tua famiglia c’è un minore, una persona che ha più di 60 anni o con disabilità. Questo vuol dire cancellare la povertà, non volerla vedere», dice dal palco. E poi attacca: «Le destre nazionaliste sono appassionate di immigrazione e ne parlano spesso a proposito e adottano leggi ingiuste e illegali come quelle in Italia che rendono più difficile salvare le vite nel Mediterraneo». Quindi, Schlein si scaglia contro la «retorica di odio portata agli estremi», che pone i nazionalisti «gli uni contro gli altri dalle parti opposte dei muri che vogliono costruire. Guardate il fallimento di quel tentativo di Giorgia Meloni di mediare con i suoi alleati nazionalisti, la Polonia e l’Ungheria di Orban». Il nodo migranti, d’altronde, resta in cima all’agenda. Il vicepremier leghista, Matteo Salvini, da Pinzolo (Trento) va in pressing: «Ritengo sia necessario un nuovo decreto sicurezza già a settembre. L’Italia non può essere punto di arrivo dei migranti di mezzo mondo e l’Europa dopo tante chiacchiere deve muoversi». Il richiamo all’accoglienza con riferimento ai valori della Carta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella? «Sono un ministro e ho giurato sulla Costituzione. Dunque per me la Costituzione è legge» aggiunge Salvini. Mentre per Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, quello del capo dello Stato al Meeting di Rimini è stato «un forte invito al realismo» rivolto al governo, accompagnato dal “no” a muri e barriere. E Riccardo Magi, segretario di +Europa, sbotta: «Siamo di fronte a una destra di governo che si accapiglia per mostrarsi coerente con le indicazioni di uno sconosciuto e delirante generale dell’Esercito che ha scritto un Mein Kampf de noantri, mentre è imbarazzata se non infastidita dalle parole del presidente della Repubblica Mattarella, faro di europeismo, solidarietà e vero interprete dei valori costituzionali. Io lo trovo incredibile e paradossale». A detta di Alessandro Battilocchio, responsabile del dipartimento Immigrazione di FI, infine, «le parole del Presidente Mattarella sono condivisibili: Forza Italia da sempre sostiene che, nel quadro di una risposta politica fatta di proposte concrete e non di slogan, impostare percorsi chiari e definiti di migrazione legale sia un elemento centrale, assieme, ovviamente, ad un contrasto duro all’immigrazione irregolare e ai trafficanti di morte».