L'intervista

lunedì 28 Agosto, 2023

Lechthaler: «Valsugana Basket progetto giusto per rimettermi in gioco»

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La nuova avventura dell'ex cestista dell’Aquila

Sotto canestro ha vinto 5 scudetti (con la canotta di Siena) e ha disputato 342 partite in serie A, vestendo per ben cinque stagioni la maglia della Dolomiti Energia Trentino. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2021, Luca Lechthaler ha deciso di dedicarsi pienamente alle sue più grandi passioni, la pallacanestro e la montagna, come dimostra l’evento da lui organizzato una settimana fa a Fai della Paganella.

L’ex centro nativo di Mezzocorona, che nel frattempo è diventato il responsabile del settore giovanile del Valsugana Basket, ha parlato dei suoi progetti a Il T Quotidiano
Luca, lo scorso weekend è andata in scena la sesta edizione del torneo giovanile Dolomiti Basket Altitude- Amici di Luca Lechthaler a Fai della Paganella. Che esperienza è stata?
«È stato un evento molto bello, abbiamo avuto una bellissima risposta che ci gratifica per il lavoro che svolgiamo a livello organizzativo. Sono stati presenti 170 ragazzi e circa 50 squadre, nell’arco della giornata sono state disputate più di 190 partite. Si è visto l’agonismo all’interno del rettangolo di gioco e allo stesso tempo la voglia di stare insieme e entusiasmo fuori dal campo. I ragazzi hanno avuto l’opportunità di giocare in mezzo alla natura, che è quello che rende speciale il basket tre contro tre. Ovviamente non posso che ringraziare le istituzioni che ci hanno aiutato a rendere possibile questo evento. La nostra idea è avvicinare sempre più ragazzi alla pallacanestro e al basket tre contro tre».

Ci parla del progetto Dolomiti Basketball Altitude?
«L’iniziativa è nata per far coesistere le mie grandi passioni, la pallacanestro, la montagna e lo sport outdoor. L’idea è di organizzare degli eventi nel nostro meraviglioso territorio, per valorizzare l’ambiente che ci circonda e promuovere la pallacanestro e l’attività all’aria aperta. Credo fortemente nella pallacanestro tre contro tre, che a livello organizzativo crea pochi vincoli e che induce gli stessi atleti a esprimere pienamente la loro creatività. Da qualche mese collaboriamo con il comitato regionale della Fip proprio per sviluppare il movimento del basket tre contro tre. Il prossimo torneo sarà a Cles il 27 agosto, nell’ambito della Festa dello sport».

Le sue iniziative uniscono pallacanestro e sport outdoor. Ci racconta com’è nato il suo amore per la montagna?
«La passione per la montagna e per il mondo dello sport outdoor è un qualcosa che ho sempre avuto. Si è riaccesa fortemente quando nei miei ultimi anni di carriera sono tornato in Trentino. Apprezzo molto la corsa in montagna, il trekking e l’arrampicata, che ho ricominciato a praticare. Mi piace stare in mezzo alla natura, vivere la quiete della montagna e godermi gli splendidi luoghi del Trentino».

Dopo il suo ritiro è rimasto nell’organizzazione di Aquila Basket, svolgendo per due anni il ruolo di Responsabile organizzativo dell’Academy. Da qualche settimana però è passato al Valsugana Basket, dove è club manager e responsabile del minibasket. Cosa si aspetta da questa avventura?
«Quello del Valsugana Basket è un progetto ambizioso e che mi ha attratto fortemente, avevo voglia di nuovi stimoli e di rimettermi in gioco. Mi occupo dell’intera sezione minibasket e di alcuni gruppi del settore giovanile. L’avventura sul parquet ha già preso il via, gli allenamenti della prima squadra sono cominciati lunedì. Grazie all’Aquila Basket ho imparato tante cose, sono grato a tutte le persone con cui ho lavorato, che mi hanno insegnato come funziona il lavoro di una società fuori dal campo. Un giorno magari torneremo a lavorare insieme e comunque indirettamente continueremo a farlo: l’Aquila lavora fortemente per far crescere la pallacanestro nel nostro territorio e questa è una cosa in cui io credo molto».

Quando ripensa alla sua carriera da giocatore, c’è un momento che si ricorda particolarmente? Ha giocato in una piazza importante come Siena e nella squadra della sua terra…
«Non riesco a ripensare a un momento particolare. Ho vissuto tantissime esperienze e mi ritengo fortunato, ovunque sono andato mi sono trovato bene. Non ho rimpianti. L’esperienza a Siena è stata una parte fondamentale della mia crescita come giocatore e come persona. In Toscana ho passato tantissimi anni, sia nel settore giovanile che nella prima squadra. Ho avuto l’opportunità di tornarci quest’anno grazie al minibasket ed ho provato delle emozioni fortissime. A Trento ho avuto l’opportunità di giocare per la squadra del mio territorio, che è qualcosa di unico».